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L’ex-ministro Gelmini e il bosone di Higgs

Individuato il bosone di Higgs, la cosiddetta particella di Dio, mi viene in mente quello che potrebbe essere il pensiero dell’ex-ministro Maria Stella Gelmini…

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Qui ogni giorno si rischiano nuovi casi Aldrovandi

È successo ieri a Piacenza, dopo la vittoria dell’Italia contro la Germania. Senza entrare troppo nel merito – considerando che il video mostra quanto è accaduto già a “zuffa” cominciata –  dalle immagini si vedono almeno due atteggiamenti sbagliati delle Forze dell’Ordine:

1- La pistola in mano, che sembra eccessiva.

2- Quello che spintona, perché ci sta che se sei un cc ti incazzi se ti schizzano l’acqua mentre lavori, però o arresti per “oltraggio” o lasci stare ma non vai a spintonare.

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Qui ed in ogni maledetta frontiera del mondo…

Quando cesserà? Quando non succederà più? Qui ed in ogni maledetta frontiera del mondo…

Il Post oggi segnala questa inchiesta del Guardian (Nato units left 61 African migrants to die of hunger and thirst). Colpisce l’indifferenza degli altri giornali. Non fa più notizia la vita dei migranti…

Oggi il Guardian racconta in esclusiva la storia di un barcone di migranti che la NATO avrebbe lasciato alla deriva nel Mediterraneo per 16 giorni rendendosi responsabile della morte di 63 persone. La storia è emersa da un’inchiesta condotta dal quotidiano britannico.

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Restiamo umani – Stay human. Vik

È stato ucciso Vittorio Arrigoni. Come sempre in questi casi sarebbe meglio il silenzio, necessario per capire dentro e fuori da noi. Non lo conoscevo e sto leggendo il suo blog, Guerrilla Radio, solo adesso.

Non perché sia stato assassinato, lo definisco un eroe di questi tempi, che non vuol dire perfezione ma determinazione. La determinazione di chi ha la volontà di lottare per ciò che è giusto, ciò per cui nessuno protesta, ciò per cui “il mondo” non muove un dito, per cui ognuno di noi si volta dall’altra parte, perché è più comodo. Proprio così lo definirei, eroe!

Perciò linko solamente questo suo racconto da Gaza City che dimostra perché, senza rischiare di essere banale, questi attivisti possono essere considerati dei paladini dei diritti umani alla stregua di tanti grandi del passato.

“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”

A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia,  più di cinquanta finora le vittime.

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Massacro di donne in Coste D’Avorio. Gheddafi non è l’unico che spara sul popolo

Mi piange il cuore… Immagini terribili che descrivono una situazione terribile.

Troppo il silenzio. Troppe le urla. Solo il silenzio.

L’accaduto e la situazione in Costa D’Avorio la spiega bene Il Post.

Video completo della commemorazione a Pippo Fava

Considerando il pochissimo spazio che, come ogni anno, i “grandi” giornali siciliani hanno dedicato al Premio Nazionale Giuseppe Fava, abbiamo deciso di pubblicare per intero il dibattito della sua commemorazione. In una terra martoriata dalla mafia, non deve passare inosservata una manifestazione come questa. E ancora oggi, dopo 27 anni dall’omicidio del giornalista, chi fa il proprio dovere di cronista sa di mettere a rischio la vita, come testimoniato dai premiati.

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Un 2011 più degno per tutti, anche per loro

Tutto questo a Roma non a Mogadiscio!

(Rassegna stampa…)

Nell’ex ambasciata somala a Roma in 140 assiepati nel garage con due bagni

Da più di un mese vivono assiepati nel garage dell’ex ambasciata somala a Roma, in via dei Villini, una traversa di via Nomentana. Sono letteralmente allo stremo delle forze e tutte sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno, per protezione internazionale. Medici per i Diritti Umani (MEDU) lancia un appello a Comune, Provincia, Regione e Ministero dell’Interno affinché si trovino subito soluzioni di accoglienza dignitose e posibilità d’integrazione. La struttura, abbandonata dalla rappresentanza diplomatica somala agli inizi degli anni novanta, è in uno stato di degrado totale ed è in alcuni punti pericolante. Non c’è corrente elettrica, né riscaldamento. Vi sono ovunque oggetti e mobilio in disuso, calcinacci e rifiuti accumulatisi nel corso degli anni, dove circolano indisturbati i ratti. I pochi locali “vivibili” sono occupati da giacigli di fortuna, dove i rifugiati sono costretti a vivere in uno stato di sovraffollamento e scarsa areazione. Le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose, indescrivibili.

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Informatevi a Catania!

Rassegna stampa (Catania)

Continuo la rubrica di rassegna stampa sulla mia seconda città, prima c’è ovviamente Medellìn, con questo post del mio amico Fernando M. Adonia su Catania Politica. La sua analisi sullo stato d’informazione dei catanesi e sull’opera comunicativa o meno dei giornali etnei è molto precisa e su alcuni punti mi trova ampiamente d’accordo. Leggete un po’…

Leggete! Leggete sempre. Tutto. Dalle grandi summe medievali agli scontrini fiscali. Nel mezzo informatevi. Stampa cartacea, web, telegiornali, libri-inchiesta. Date seguito alla massima ogni “uomo desidera di sapere”. Fatelo sapendovi ignoranti. Fatelo da assetati. Leggere non costa nulla. Anzi vi arricchisce. O dall’altra, se siete realmente informati su come funzionano le cose, almeno potreste evitare di subire abusi. Non sarà un guadagno reale. Ma la buona informazione compensa sempre l’ingiustizia.

Catania legge poco. Non nascondiamoci dietro un dito. È una città molto pigra. Semmai sono pochi a leggere, ma lo fanno con passione e voracità. Sono gli stessi che s’incacchiano davanti alle brutture, che vedono sempre grigio e che vengono isolati come delle cassandre lamentose dai propri cari. Destino triste, è vero. C’è un unico modo per venire incontro a queste anime in pena: allargare sempre di più la cerchia dei lettori. Catania è una città però che ha tanta gente che scrive, giovani e meno giovani molto volenterosi. Tanti giornalisti o aspiranti tali. Catania è una città che produce tanto. Magari roba che non può piacere o puzzare proprio. Ma scrive e bisogna rispettare questo sforzo. Bisogna incoraggiare la diffusione di questi prodotti, e -perchè no- il perfezionamento tecnico di tutto questo materiale.

L’informazione libera esiste? È una vera utopia . Nessuno è totalmente libero. Qui scadremmo (o ci eleveremmo) alla filosofia o alla teologia. Ma torniamo a terra. L’informazione per essere quanto più libera possibile deve distinguere all’interno di ogni testata con nettezza quattro soggetti attivi: editori, direttori, giornalisti e lettori che pretendono e criticano. A Catania questa distinzione è netta? Giudicate voi. A noi sembra che ci sia ormai da tanto, troppo tempo, un’emergenza informativa, quindi democratica.

La pluralità è già una risposta. E, grazie al cielo, le testate negli ultimi due anni sono aumentante, soprattutto sul web. Iniziando proprio da noi di CataniaPolitica.it che cerchiamo di fornire un racconto quanto più fedele possibile della politica nostrana. Non dimentichiamo lo sforzo dei ragazzi di Step1, di CataniaOggi, CataniaOmnia, de loschiaffo, e de ildito. Tutti esempi da stimare. Vanno raccontati anche gli sforzi di PaesiEtneiOggi di Fabio Cantarella. Le inchieste di Magma, settimanale diretto da Marco Benanti. Ma anche I Vespri, la zonaFranca, Esse. L’attività blogger di Carlo Lo Re. Non dimentichiamo neanche il Quotidiano di Sicilia, l’unica voce economica a Catania. Ci stanno sempre La Sicilia e Il Giornale di Sicilia. Leggeteli, leggeteli con profonda attenzione e spirito critico. Infine, non si può non menzionare la freepress SUD di Antonio Condorelli, per molti aspetti il caso editoriale dell’anno. Per lei parlano i fatti.

Cosa manca dunque a Catania?

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G. Castiglione: “un progetto politico di medio e lungo respiro che su base regionale non c’è”

“Credo che la Regione debba assolutamente ascoltare il grido d’allarme degli amministratori locali, delle categorie produttive e sociali per iniziare a dare risposte concrete, cominciando, innanzitutto, a sbloccare la burocrazia regionale che è paralizzata da oltre due anni”. Questo lo sfogo del Presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione, commentando i dati pubblicati dal Sole 24 ore, che posizionano le province siciliane come fanalino di coda.

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Napoli: fotografie emblematiche del disastro immondizia

“Questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto”. Certamente no!

“L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati”.

Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989

Aggiornamenti da Politicafia…

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Qualche arresto a Politicafia… Pesca grossa o fummo negli occhi?

48 ore dopo 48 arresti effettuati dai Carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta denominata Iblis (diavolo in arabo) a Catania si respira una area surreale, come se la città si trovasse nell’occhio di un ciclone. Calma apparente che precede l’uragano, la tempesta pronta a sradicare tronchi ben più pesanti dei nomi di chi è finito in manette.

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Sovraindebitamento, rischio critico al sud

Il sovraindebitamento, cioè il rischio di non onorare i prestiti ottenuti, colpisce maggiormente la popolazione delle regioni del meridione, in particolare le aree dove sono presenti organizzazioni criminali radicate, infatti ai primi quattro posti della graduatoria troviamo Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. È questo il dato che emerge dalle elaborazioni del Centro Studi Sintesi. Per il calcolo è stato preso in esame un pool di indicatori che esprimono, da un lato, il grado di obbligazioni assunte dalle famiglie italiane e, dall’altro, lo stato di liquidità. Il rischio da sovraindebitamento si concentra nel mezzogiorno in quanto, in queste aree, a un “certo livello” di obbligazioni assunte corrisponde una bassa liquidità, enfatizzata peraltro da criticità nel mercato del lavoro.

Il dato è preoccupante, oltre che per il solco evidente tra nord (intensità di rischio da media a bassa) e sud (intensità di rischio da molto alta ad alta), perché registra una crescita generale dei debiti delle famiglie italiane.

Scuola, il Sud aspetta ciò che gli spetta

I soldi destinati alle scuole del Sud finiscono al Nord. Si tratta delle risorse Fas destinate alla messa in sicurezza del patrimonio scolastico, 1 mld di euro che – secondo il Ministero dello Sviluppo Economico – dovevano essere distribuiti così: 85% al sud e 15% al centro nord.

Sud free press, bliz della preventivo della polizia in redazione prima di andare in stampa. “Politicafia dico io”

Quando la politica e la mafia si confondono, per atteggiamenti, modi e non solo… “Politicafia”. Metà-fora, metà-intra, verità, dico io: La mafia è una montagna di merda e come tale, oltre alla puzza schifosa e nauseabonda, è circondata da esseri piccoli piccoli, si chiamano uomini di potere e come mosche assetate fanno a gara per appoggiarsi agli stronzi cercando di allontanare col loro fastidioso e insistente brusio chi cerca di ripulire.

È quanto mi viene in mente appena leggo cose come queste:

“Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha chiesto ed ottenuto un blitz nella redazione di Sud per procedere ad un controllo preventivo del contenuto della testata durante la fase di redazione, prima della distribuzione e della stampa. Ore 16.30 arriva la polizia in redazione”.

Domani (1 ottobre) conferenza stampa alle 10:30 in redazione, viale Kennedy 10 zona Playa. In massa.

Raffaele Lombardo e la sua malattia

Ecco i documenti pubblicati sul numero zero di Sud che dimostrano la diagnosi taroccata di Raffaele Lombardo, il free press Catanese diretto da Antonio Condorelli (co-autore del reportage Vicerè per Report).

diagnosi

Lettera del primario Lomeo al Procuratore D'agata

Oggi, in buona parte del Pakistan si sta così…

Che brutta giornata per la chiesa! Due possibili casi d’insabbiamento

Sembra proprio che al Vaticano non imparino mai la lezione di Gesù: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv. 8, 32). La conferma, infatti, arriva da due fatti che, seppur diversissimi tra loro, hanno una caratteristica in comune: il segreto, intesso come offuscamento della verità.

Il primo per gravità, non solo perché coinvolge i vertici della chiesa -incluso il Papa Benedetto XVI-, ma anche per l’altissimo numero di vittime indifese, si parla di 200 ragazzi sordomuti, riguarda l’ennesimo caso di pedofilia e abusi. Come riportano i giornali che riprendono le accuse fatte dal New York Times:

Il caso è quello di un sacerdote americano, padre Lawrence C. Murphy, che lavorò in una rinomata scuola per sordi tra il 1950 e il 1974. Nel 1996 il cardinale Ratzinger, alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, non rispose a due lettere sulla vicenda inviate dall’arcivescovo di Milwaukee Rembert G. Weakland. Dopo otto mesi il suo vice, cardinale Tarcisio Bertone, oggi segretario di Stato vaticano, incaricò i vescovi del Wisconsin di avviare un processo canonico segreto che avrebbe potuto portare all’allontanamento di padre Murphy. Ma Bertone, secondo il quotidiano, fermò il processo dopo che padre Murphy scrisse personalmente al cardinale Ratzinger spiegando che non avrebbe dovuto essere messo sotto processo perché pentito e in cattive condizioni di salute. (Dal Corriere della Sera)

Il secondo fatto, contorto, coinvolge i parroci della chiesa Santissima Trinità di Potenza, nel cui sottotetto fu ritrovato il cadavere di Elisa Claps, sembra infatti che la scoperta del corpo non sia datata 17 marzo ma questa risalirebbe a un paio di mesi fa.

Secondo una prima versione (fornita, a quanto pare, dal viceparroco don Vagno), a trovare il corpo sarebbero state due addette alle pulizie, madre e figlia, che comunicarono la notizia ai sacerdoti. Sul posto sarebbe stato notato un teschio. Le due donne, però, hanno negato e accusato il religioso di aver mentito. E don Vagno, nel mentre, si è chiuso in seminario da dove ha fatto sapere ai giornalisti che non vuole parlare. (Da Repubblica)

Due vicende, queste, per le quali bisognerà attendere la controparte con le relative smentite e chiarificazioni ma che, senza dubbio, hanno fatto passare una giornataccia in Vaticano.

Periodo di premi internazionali ma non per il cinema italiano

Il cinema italiano, rappresentato da Baarìa – La porta del vento, resta a bocca asciutta e non si aggiudica nessuno dei principali riconoscimenti internazionali, segno di una crisi che colpisce tutto il sistema italico. Prima furono i Golden Globe, assegnati il 17 gennaio, ad escludere l’opera di Giuseppe Tornatore dalla vittoria finale, poi i Premi Oscar, previsti per il 7 marzo, a non inserire il film del regista siciliano nemmeno nella lista di preselezione per le nomination, e poi i BAFTA, attesi per il 21 febbraio, a chiudere la porta in faccia a Baarìa. Ma la sconfitta del kolossal italiano non è una sorpresa per nessuno, infatti, già alla 66° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia aveva ricevuto soltanto buoni commenti, e anche il successo nelle sale rimase lontano dalle aspettative dei suoi produttori (Medusa e Tarak Ben Ammar). Il film ha, effettivamente, incassato poco più di 10 milioni e mezzo di euro in Italia, contro i 28 spesi per la sua monumentale costruzione, un pessimo affare si potrebbe dire.

In tutto ciò, il problema primordiale non è di per se Baarìa, che si sapeva fosse molto, troppo, ma la pochezza di buona parte del cinema italiano. Intendiamoci non sono i premi né le moltitudini che determinano la qualità di un lavoro, solo che in questo caso la loro assenza rispecchia fedelmente la latitanza di idee nel panorama cinematografico. C’è da stare poco allegri se si pensa, inoltre, che nel 2009 è diminuita anche la quantità dei film made in Italy, da 123 nel 2008 a 97, e un’ampia parte di questi 97 passa in secondo piano perché il pubblico, solitamente, premia i titoli più commerciali, quelli in mano alla grande distribuzione. Basti costatare che il film italiano col maggior incasso nel 2009 è stato Natale a Beverly Hills, che sarà divertente sì, ma è tutto lì.
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Film per non dimenticare. Giornata della Memoria

Oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria per ricordare la più grande tragedia vissuta dal popolo ebraico nella sua travagliata storia, lo sterminio di milioni di loro in campi di concentramento (insieme con slavi, rom, sinti, omosessuali, portatori di handicap, Testimoni di Geova, Pentecostali, oppositori al regime) da parte di altri esseri umani, sembra strano a dirsi ma è così, anche i nazisti erano uomini. E il cinema ha da sempre omaggiato, raccontando e denunciando, questo triste periodo della shoah, un genocidio per gli ebrei, una reale catastrofe per l’intera umanità. Il contributo dato alla memoria, per non dimenticare, è l’elemento che più di ogni altro accomuna tutte le opere cinematografiche che hanno raccontato questa triste pagina della storia.

Nell’elenco dei film che hanno affrontato il tema troviamo titoli pluripremiati come Schindler’s List di Steven Spielberg o Il Pianista di Roman Polanski, ma anche nomi meno premiati come Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman o Amen di Costa Gravas. Il cinema ha raccontato questa tragedia con storie nate dalla fantasia ad esempio Kapò di Gillo Pontecorvo o Arrivederci Ragazzi di Louis Malle, molte altre volte, invece, si è ispirato a biografie o comunque a vite vere come Il diario di Anna Frank di Gorge Stivens o La tregua di Francesco Rosi.

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Terezin 23 giugno 1944

Un mondo idilliaco,
dove i bambini non piangono mai
e vivono in famiglie felici,
dove tutti i bisogni sono gratificati.
Un mondo nel quale la tristezza…
…Cos’è?
Solo per la felicità e la gioia
c’è spazio nel paradiso,
il paradiso della città di Terezin.

Era questo ciò che si diceva,
anzi, quello che la gente credeva.
Che grande dono, che bel mondo,
ma davvero, un sentito grazie
a coloro che l’hanno ideato!

Ma, se era cosi bello,
perché non ci andavano loro?

Il dubbio non è venuto a nessuno,
eppure c’erano mille e più ragioni
che lasciavano intravedere le anomalie
di quel inferno mascherato da paradiso,
forse non importava più di tanto,
sai com’è, si vive meglio
se si pensa solo per se!

A chi ha organizzato tutto,
a chi sapeva ed ha taciuto,
a chi non ha mai ordinato seri controlli,
a chi col suo silenzio ha contribuito
ed ha appoggiato la cosa più inumana
mai fatta dagli uomini, dico…

… Non dico niente, preferirei ignorarli
e non incontrarli mai,
fare come se non esistessero,
anzi, poter scoprire un giorno
che non sono esistiti
e non esistono affatto,
perché gli uomini non sono così,
sono migliori, migliori.

Alcuni pensieri scritti il 27-01-2004

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La giustizia fa acqua da tutte le parti.

Tutto ciò che sappiamo del suo carattere è desunto dall’istruttoria, che varie persone mi aiutarono cercare vent’anni dopo del delitto nel Palazzo di Giustizia … Non esisteva alcuna classificazione negli archivi, e più di un secolo d’incartamenti erano ammucchiati sul pavimento del decrepito edificio coloniale … Il pianterreno s’inondava periodicamente con l’acqua alta, e i volumi scuciti galleggiavano negli uffici deserti. Io stesso esplorai più volte, con  l’acqua fino alle caviglie, quello stagno di cause perdute, e soltanto una casualità mi permise di riscattare in capo a cinque anni di ricerche 322 fogli saltati dei più dei 500 che dovette possedere in origine l’istruttoria”.

No, non sono le parole di un magistrato catanese che sta cercando le carte di qualche vecchio processo su “cosa nostra”. In verità il Palazzo di Giustizia di Catania non è così. Cioè, non è così, nel senso che l’edificio non è coloniale ma tutto il resto corrisponde perfettamente

Queste frasi si riferiscono all’istruttoria dell’uccisione di Santiago Nasar per mano dei fratelli Vicario, il tribunale in questione è quello della città di Riohacha e sono state scritte da Gabo nel 1981 in “Crónica de una muerte anunciada” (“Cronaca di una morte annunciata”).

In particolare dal minuto 6:10

Archivio della fallimentare, fallito dunque!

E ancora…

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I Precari in piazza. 100 Piazze per la Conoscenza.

100 piazze per la conoscenza CTCome in molte piazze italiane – fra le quali: Piazza Navona a Roma, Piazza S. Babila a Milano, Piazza S. Ferdinando a Bari, Piazzale Centro Commerciale L’Aquilone a L’Aquila – anche a Catania sabato scorso la cultura è scesa in strada, precisamente in Piazza Teatro Massimo, dove i Precari dell’Università e della Ricerca FLC CGIL, il Coordinamento Precari della Scuola ed altri movimenti spontanei, hanno incontrato i cittadini, dando informazioni sul motivo della manifestazione e tenendo lezioni dimostrative. Il tutto incorniciato dalla estemporanea d’arte realizzata dai ragazzi dell’ Accademia. Nella piazza, dominata dal crocifisso appeso alla facciata del Teatro da alcuni giorni, infatti, gli artisti hanno lavato i panni “sporchi di cultura” nella fontana per poi stenderli su un filo che scendeva giù dal Teatro e attraversava tutto il piazzale e hanno creato, inoltre, numerosi spazi artistici nei quali con pennelli, colla, cartone e forbici hanno dato origine ad opere che ben evidenziavano i motivi della protesta.

Intervistiamo Andrea Miccichè, ricercatore presso l’Università di Catania, che dopo aver tenuto una lezione in piazza, ci può aiutare a comprendere meglio il perché della manifestazione.

Lei è un ricercatore?

Io sono assegnista di ricerca, che è una forma di ricercatore precario. Non esiste la figura del ricercatore precario è una definizione“.

Cosa ne pensa della Riforma Gelmini?

La Riforma ha degli spunti positivi: sulla questione della selezione, chiarisce alcuni elementi di valutazione del merito e della qualità che vanno evidenziati; ma, complessivamente, l’impianto previsto dal governo – messo in relazione con le precedenti riforme come il Decreto Legge 180/08 approvato nel gennaio del 2009 – sostanzialmente è un sistema che non permetterà il reclutamento perché la diminuzione di fondi graduale, prevista da qui al 2013, renderà queste regole, per quanto possano anche avere aspetti positivi, di fatto inefficaci, resteranno “lettera morta”. Il problema in sintesi è questo. Inoltre, ci sono alcuni elementi che riguardano la governance, la permanenza di molte figure precarie come l’assegnista di ricerca, la presenza delle borse post laurea, la presenza della docenza a contratto anche a titolo gratuito“.

La Riforma cosa fa contro il precariato?

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Wind of change

Wind of change…

The world is closing in
Did you ever think
That we could be so close, like brothers
The future’s in the air
I can feel it everywhere
Blowing with the wind of change ….

Ecco come ho conosciuto per la prima volta questa storia!

“Il degrado è comunale”. Manifestazione CPO Experia in piazza Università.

Experia P. UniversitàSabato pomeriggio in piazza Università, i cittadini catanesi ed i turisti che visitavano la città hanno notato un po’ di movimento: clave volteggianti fra le mani di esperti giocolieri; lottatori che si battevano sul ring; catene, cerchi, raggi, sellini, sterzi e pedali smontati e rimontati; tamburi e jambè che andavano al ritmo di capoeira; biciclette che inseguivano una pallina rossa; un ragazzo che dall’alto dei suoi trampoli distribuiva palloncini ai bambini. Non si trattava di uno spettacolo organizzato dalla Provincia o dal Comune, bensì di un semplice scendere in piazza per mostrare ciò che ogni giorno si fa, gratuitamente, al Centro Popolare Occupato Experia.

L’obbiettivo della manifestazione era, non solo portare tra la gente le pratiche di aggregazione popolare che si realizzano nel centro, ma anche, ribadire l’opposizione sociale e politica allo stato di degrado che la città e i suoi amministratori da dieci anni offrono. Emblematico, in questo senso, era il titolo del volantino dell’evento: “L’aggregazione è popolare, il degrado è comunale”.

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Marge Simpson, che sexy!

marge-simpson-playboyÈ uscito oggi il numero di Novembre di Playboy. L’attesa era pazzesca non solo per i fan del magazine delle conigliette, ma soprattutto per tutti i patiti dei Simpson, infatti in copertina, per la prima volta, c’era lei, in carne ed ossa, opps! In colore e disegno: Marjorie Bouvier, meglio nota col nome di Marge Simpson.

Almeno per questa volta, la rivista fondata da Hugh Hefner, abbandona per la classica bellezza stereotipata e concede spazio ad una casalinga tutta casa e famiglia. Oltre alla copertina, all’interno un servizio intitolato: The Devil in Marge Simpson.

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