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Piacere, “Mi chiamo America latina”

Una finestra per conoscere i tanti volti di un universo chiamato America latina. I suoi tesori e le sue povertà, raccolti e commentati dalle cronache dei giornali locali.

Si tratta del nuovo blog che scrivo per Linkiesta: Mi chiamo America latina. Oggi esordisco parlando delle prossimo turno elettorale in Messico.

Universo Universitario, cos’è?

Con questo post, nasce ufficialmente il primo blog del Quotidiano di Sicilia dedicato al mondo universitario o meglio, per dirla con il nostro nome, all’Universo universitario.
Al centro di questo universo vogliamo collocare gli studenti siciliani. Daremo voce alle loro denunce e preoccupazioni, senza per questo perdere di vista le principali iniziative di chi vive ogni giorno gli atenei dell’Isola.
Purtroppo – ed è sotto gli occhi di tutti – sono molte le cose non funzionano a dovere nelle nostre università, ed i continui tagli da Roma non fanno altro che peggiorare la situazione: tasse sempre più care ma servizi sempre più inefficienti. Qui vogliamo far emergere tutto…  (Continua a leggere qui)

Restiamo umani – Stay human. Vik

È stato ucciso Vittorio Arrigoni. Come sempre in questi casi sarebbe meglio il silenzio, necessario per capire dentro e fuori da noi. Non lo conoscevo e sto leggendo il suo blog, Guerrilla Radio, solo adesso.

Non perché sia stato assassinato, lo definisco un eroe di questi tempi, che non vuol dire perfezione ma determinazione. La determinazione di chi ha la volontà di lottare per ciò che è giusto, ciò per cui nessuno protesta, ciò per cui “il mondo” non muove un dito, per cui ognuno di noi si volta dall’altra parte, perché è più comodo. Proprio così lo definirei, eroe!

Perciò linko solamente questo suo racconto da Gaza City che dimostra perché, senza rischiare di essere banale, questi attivisti possono essere considerati dei paladini dei diritti umani alla stregua di tanti grandi del passato.

“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”

A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia,  più di cinquanta finora le vittime.

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La rivincita dei blogger sui guru dell’informazione

(Rassegna stampa)… Da Repubblica di Federico Rampini

TI ACCORGI che qualcosa sta cambiando quando nella conferenza stampa Barack Obama di fronte a una selva di mani alzate sceglie di dare la parola al corrispondente di Politico. com, un blog. È lo stesso corrispondente a cui il protocollo della Casa Bianca assegna uno dei rari posti in prima classe sul volo charter (ribattezzato Air Force Two) che segue il presidente in trasferta all’estero. Quell’onore fino a poco tempo fa era riservato agli anchor di Cnn e alle grandi firme del New York Times, Washington Post. Ma questi piccoli segnali di rispetto non fanno che ratificare un dato di fatto: l’intero establishment di Washington si sveglia al mattino seguendo le regole di un rituale nuovo. Mentre sulla radiosveglia gracchia il notiziario di Npr, mentre lo schermo tv è acceso sulle cable-news di Fox o Msnbc, gli occhi assonnati s’incollano prima di tutto all’iPhone o all’iPad per scorrere la prima email mattutina di Mike Allen: è il condensato delle notizie (e qualche volta degli scoop esclusivi) che segneranno l’agenda politica del giorno. Il blogger Allen si arroga il diritto di aprire la sua email con questo titolo: “Se leggete una sola frase…”. Segue l’incipit dell’articolo che Allen considera come il più importante del giorno, scelto da uno dei media tradizionali e non. Sabato l’onore è toccato al New York Times, con la prima frase di un articolo dove si rivelano i timori del Pentagono su una no-fly zone libica protratta per molti mesi.

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Hola Ciao Hello

Bienvenido

Benvenuto

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