Archivi categoria: Politicafia

La fine del dibattito politico

Ed improvvisamente rivaluti i politici ed i talk show politici della vecchia, ma buona e cara, Italia. Quelli dove i burattini (inclusi i giornalisti) di destra, centro e sinistra s’incalzano con toni esasperati (ed esasperanti) sempre e solo, rigorosamente, a suon di minchiate e panzane. Per la gioia dei telespettatori che ogniqualvolta ne escono frastornati e più “bianchi” di prima.

Rivaluti perfino quelli che, tutt’al più, due ceffoni, tante urla ma niente di più. Inclusi i talk show duri e puri dove tra lacrime, tradimenti, tette e culi, si arriva a parare sempre in qualche zuffa coatta tra bellocci. Ma niente di più.

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Odore di elezioni, ergo di assunzioni in Sicilia

Furono bloccate dopo poco più di un mese tutte le assunzioni descritte nell’articolo sotto – pezzo pubblicato lo scorso 19 novembre sul Quotidiano di Sicilia. Fu Carmelo Aronica, Commissario dello Stato presso la Regione siciliana, ha dire di no. Oggi, sembrerebbe che con l’affacciarsi all’orizzonte dell’elezioni, la macchina lombardiana, tra nuove consulenze e probabili assunzionistia calibrando la ripartenza.

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L’Italia commissariata… Il risultato di una politica guitta che ha bistrattato una Nazione

 

…Per omaggiare la memoria del prete che affrontò la mafia

“Parliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e sapere i motivi che vi spingono a ostacolare chi tenta di aiutare ed educare i vostri bambini alla legalità, al rispetto reciproco, ai valori della cultura e dello studio”. Sono parole di don Pino Puglisi, coraggioso prete di “periferia” ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993. Ieri, in occasione del diciottesimo anniversario sono state molteplici le voci che si sono levate per rendere omaggio alla sua memoria.

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Ritornare alla grande dopo le ferie,Crozza a Ballarò

Ce n’è per tutti.

I Tagli di Lombardo? “Dichiarazioni stampa col fine di narcotizzare l’opinione pubblica”

“Assistiamo da parte di Raffaele Lombardo, a dichiarazioni provocatorie, diffamanti e lesive per il personale regionale, rilasciate alla stampa al fine di narcotizzare l’opinione pubblica forse per mascherare la vera cancrena rappresentata dalla politica siciliana: viene annunciato il blocco decennale delle assunzioni, lasciando intendere che 2.000 dipendenti (tanti ce ne sarebbero in servizio tra 10 anni) possano svolgere il lavoro di 16.000 dipendenti e 2.000 dirigenti. Ma, forse, dietro questo furore moralizzatore si nasconde il tentativo, neanche tanto celato, di “esternalizzare” le competenze della pubblica amministrazione, per sfuggire meglio a tutti i vincoli di legge”. Questa la dura critica mossa contro il presidente della Regione da parte di Dario Matranga e Marcello Minio, segretari generali del Cobas/Codir.

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Antonino Scopelliti, esempio di civiltà, rettitudine e integrità morale

“Il buon giudice, nella sua solitudine, deve essere libero, onesto e coraggioso”. A parlare era Antonino Scopelliti, magistrato che ha combattuto cosa nostra e la ‘ndrangheta coraggiosamente. Molte le attestazione di stima da parte delle istituzioni, ieri, giorno del ventesimo anniversario dell’assassinio per mano mafiosa il 9 agosto1991, acominciare dalla segretaria generale della Presidenza della Repubblica.

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Un altro caso di soldi pubblici per accontentare gli amici?

“Circuito del mito”: arrivano dure critiche sul sistema di assegnazione delle località coinvolte. Con una interrogazione parlamentare, infatti, il deputato regionale del Pdl Roberto Corona chiede all’assessore regionale al turismo Daniele Tranchida di conoscere quali criteri siano stati adottati per la scelta dei luoghi dove effettuare gli spettacoli del “Circuito del mito”.

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Massimo Russo attacca il procuratore generale Coppola. Folkloristico, risibile e qualunquistico

“Credo che in Sicilia valga sempre il detto: il miglior ospedale è l’aeroporto Falcone-Borsellinò. Nel senso che, quando c’è qualcosa di serio, per i siciliani è meglio prendere l’aereo per andare a curarsi altrove”. Queste parole, pronunciate dal procuratore generale della Corte dei Conti della Sicilia, Giovanni Coppola, in occasione del giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione per il 2010, hanno scatenato una serie di reazioni a catena.

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La politica degli sprechi. Riduzione dei deputati all’Ars, Barbagallo risuona la tromba

Già nel febbraio scorso la commissione Affari istituzionali aveva bocciato la proposta di ridurre i deputati dell’Assemblea regionale siciliana da 90 a 60. Adesso, rilancia la questione il deputato del Partito democratico che aveva proposto tale “rivoluzione”, Giovanni Barbagallo.

Lo fa con una nota, nella quale chiede dal presidente dell’Ars Francesco Cascio di assumere le necessarie iniziative per inserire il disegno di legge all’ordine del giorno della I commissione legislativa Affari istituzionali.

“I numeri parlano chiaro – ha dichiarato Barbagallo – la Sicilia con 90 deputati ha il numero di parlamentari regionali più alto in termini assoluti. Al di là della spesa si pone un problema di oggettivo riequilibrio. L’obiezione secondo la quale in Sicilia ci dobbiamo parametrare alle Regioni a statuto speciale è poco convincente poiché si tratta di realtà diverse. Non è detto, in ogni caso, che si debba fare riferimento agli esempi meno virtuosi. Con venti deputati in meno la Regione risparmierebbe oltre 7 milioni di euro l’anno”.

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I giovani non ci stanno e dicono basta ai privilegi della casta, si sono “rotti”. Primavera sicula?

“In Sicilia succede che i laureati con 110 e lode a 40 anni sono ancora disoccupati e alla Regione, grazie alla legge104 insalsa siciliana, a 40 anni si è già superpensionati. Diciamo basta”. Con questo verace quanto pungente slogan, spedito tramite mail ai 90 parlamentari regionali dell’Ars, un gruppo di giovani prometteva di fare le “barricate” per far abrogare tali privilegi. Si tratta dei ragazzi di Forchette rotte, un movimento nato in rete meno di un mese fa e che ha già fatto parecchio parlare di sé.

Dopo la rapida diffusione nei social network, soprattutto in facebook, lo scorso 25 giugno si sono incontrati a Palermo ed hanno manifestato “a modo loro”. Sì, perché non si è trattato di cortei, né sit-in, né occupazioni, né molto meno di sassaiole, semplicemente i giovani siciliani che “si sono rotti” hanno aperto i microfoni a tutte quelle persone che hanno voluto raccontare la propria esperienza di precariato, di emigrazione, di disoccupazione.

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Allarme sulla nuova riforma degli appalti, potrebbe raggiungere obiettivi opposti: Le infiltrazioni mafiose

“L’effetto combinato del decreto sviluppo, all’esame delle Camere, e della recente legge varata dall’Assemblea regionale Siciliana per il recepimento della normativa nazionale, avrà come conseguenza che anche in Sicilia sarà possibile l’affidamento di appalti con procedure negoziate, per lavori di importo sino ad un milione di euro, e con procedure ristrette sino ad un milione e mezzo di euro. Vi é dunque il rischio che una legge che viene presentata come un provvedimento per scongiurare le infiltrazioni mafiose negli appalti, finisca per raggiungere obiettivi diametralmente opposti”.

L’allarmante denuncia è stata lanciata da varie categorie di professionisti dell’Isola, si tratta di oltre 40 mila persone. Infatti, in un documento congiunto, Giuseppe Margiotta, presidente della Consulta regionale degli ingegneri, Giuseppe Cucuzzella, presidente della Consulta regionale degli architetti ed il presidente dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia Emanuele Doria, lanciano il monito.

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Referendum, questa l’opinione “shock” del ministro Prestigiacomo: “L’alternativa al nucleare è il petrolio”

Fra una settimana arriva l’annunciatissimo referendum. Delle quattro tematiche sulle quali gli italiani sono chiamati ad esprimersi tre coinvolgono strettamente il tema ambientale ed energetico.

Due di queste riguardano l’acqua: uno la cosiddetta “privatizzazione”, l’altro i “profitti” legati alla commercializzazione della risorsa stessa. Nel primo quesito – come hanno spiegato i promotori del referendum – si chiede in sostanza l’abrogazione dell’articolo 23 bis (dodici commi) della legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Il secondo quesito propone “l’abrogazione dell’articolo 154 del decreto legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito.

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Antimafia, politica e mafia

Un bel articolo di Roberto Poglisi, apparso su LiveSicilia. Rispecchia bene l’attuale situazione politica leggetelo…

Facciamo uno sforzo di fantasia. Immaginiamo Raffaele Lombardo alla guida di un governo di centrodestra. Proprio lo stesso Lombardo, col vizio presunto di mangiare sigarette e una vera inchiesta per mafia sulle sue spalle. Come si sarebbe comportato il Pd? Avrebbe indetto faticose maratone di partito, con tanto di inviato romano, per decidere come non decidere? O avrebbe incendiato giornali di carta, quotidiani online e tv col verbo indignato della questione morale? La risposta è immediata. L’antimafia è dunque una risorsa dalla grandezza variabile che può essere usata diversamente secondo i casi. E’ uno strumento di lotta e di potere.  Sciascia l’aveva capito. E gli diedero del quaquaraquà…

(continua qui)

Gaspare Vitrano: ecco l’intercettazione della presunta tangente

Esclusiva di S, ecco il momento della consegna della presunta tangente a Gaspare Vitrano. Sul nuovo numero di “S”, da venerdì in edicola, l’Inchiesta di Riccardo Lo Verso.

(Per “S” – LiveSicilia – di maggio 2011)

INTERCETTAZIONI. L’On Giuseppe Arena (MPA) chiama Raffaele Lombardo sua maestà

Gli atti dell’inchiesta coordinata dal Pm. Lucio Setola mettono a nudo il sistema di potere che ha governato Catania negli ultimi anni. Tra note di colore… “Sua maestà” Lombardo.

(Per “S” – LiveSicilia – di aprile 2011)

INTERCETTAZIONI. Catania, giunta comunale: scoppia una rissa

Catania, giunta comunale: scoppia una rissa. L’assessore Fatuzzo aggredisce l’assessore Rotella con una sedia. L’assessore De Felice, nel tentativo di separarli si rompe un braccio.

(Per “S” – LiveSicilia – di aprile 2011)

INTERCETTAZIONI. Catania, “Affari sociali”: il Capopalo (Pino Firrarello) sapeva tutto

Concetta Santangelo (militante Pdl), intercettata al telefono con Ubaldo Camerini (dirigente dei Servizi Sociali), racconta di un incontro tra l’ass. Giuseppe Zappalà e Pino Firrarello.

(Per “S” – LiveSicilia – di aprile 2011)

INTERCETTAZIONI. Elezioni Catania: i consigli MPA

Stefania Gulino, consulente di Raffaele Lombardo, viene intercettata durante una conversazione con l’assessore autonomista Giuseppe Zappalà mentre parlano delle strategie per le campagne elettorali gestendo i fondi dei servizi sociali destinati ai più bisognosi. Si parla di “centri per anziani in regalo… case di cura…”

(Per “S” – LiveSicilia – di aprile 2011)

Compravendita parlamentari, deputato del Pd denuncia: “150 mila euro”

“Mi è stato chiesto di entrare a fare parte del gruppo dei responsabili”… “Ti garantiamo la rielezione”…  “Un aiuto, un rimborso per le spese, che può essere 150 mila euro”. Ecco quanto denunciato in una conferenza stampa a Montecitorio dal deputato del  Gino Bucchino PD, eletto nella circoscrizione Estero dell’America settentrionale e centrale. La magistratura di Roma ha aperto un’inchiesta.

Oh! La politica!

Minacce mafiose e intimidazioni al giornalista Antonio Condorelli

18 Febbraio 2011. Un giornalista che fa bene il proprio mestiere nel nostro Paese è spesso sottoposto ad attacchi feroci, sovente basati su menzogne e mistificazioni. Questo è grave in qualunque parte del Paese avvenga, assume però una valenza inquietante e drammatica quando accade in terra di mafia e quando a essere oggetto di attacchi di tal fatta è un giornalista come Antonio Condorelli, che ha già subito pesanti minacce mafiose, al punto da indurre il Prefetto ad assegnargli una forma di tutela da parte delle forze dell’ordine. Quello che sta avvenendo a Catania contro Antonio Condorelli, finito al centro di una campagna mediatica orchestrata dai suoi ex editori, assume le caratteristiche di una vera intimidazione che mira non solo a delegittimarlo, infangando la sua storia personale e professionale, ma soprattutto a isolarlo, esponendolo così a rischi altissimi… Abbiamo già visto molti anni fa questo sistema di delegittimazione all’opera attorno all’assassinio mafioso di Giuseppe Fava. Un metodo riproposto in maniera agghiacciante. Ascoltiamo insinuazioni, menzogne, per distruggere un giornalista scomodo e pericoloso per un sistema che vede a Catania immutato l’intreccio scelerato tra mafia, massoneria, pezzi dell’economia, della politica, editoria e persino elementi delle istituzioni. Condorelli ha denunciato tutto questo con le carte alla mano, seguendo sempre un metodo rigorosissimo, che onora la professione… Per tutto questo siamo vicini ad Antonio Condorelli e non lo lasceremo solo.

 

Primi firmatari
Sigfrido Ranucci (Report/Rai Tre), Domenico Valter Rizzo (Chi l’Ha Visto/Rai Tre), Giuseppe La Venia (La Vita in Diretta/Rai Uno), Filippo Barone (Annozero/Rai Due), Sabrina Provenzani (Annozero/Rai Due), Roberto Pozzan (Annozero/Raidue), Giusy Arena (giornalista e scrittrice), Alfio Sciacca (Il Corriere della Sera), Stefano Corradino (Direttore Articolo 21), Giuseppe Giulietti (Portavoce Articolo 21), Don Luigi Ciotti (presidente nazionale di Libera), Enza Rando (componente ufficio di presidenza nazionale di Libera), Roberto Morrione (presidente nazionale di Libera Informazione)

FIRMA L’APPELLO

Video completo della commemorazione a Pippo Fava

Considerando il pochissimo spazio che, come ogni anno, i “grandi” giornali siciliani hanno dedicato al Premio Nazionale Giuseppe Fava, abbiamo deciso di pubblicare per intero il dibattito della sua commemorazione. In una terra martoriata dalla mafia, non deve passare inosservata una manifestazione come questa. E ancora oggi, dopo 27 anni dall’omicidio del giornalista, chi fa il proprio dovere di cronista sa di mettere a rischio la vita, come testimoniato dai premiati.

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LOMBARDO: critiche all’inciucio col PD anche dalla sua roccaforte

I dissensi all’inciucio PD – MPA provengono perfino da Grammichele, roccaforte di Raffaele Lombardo. Sudpress ha intervistato Dario Greco, consigliere comunale del Partito Democratico, che spiega perché il referendum fa paura ad una parte del PD.

Come considera l’alleanza Regionale del suo partito con il governo Lombardo?

D. G: “Ritengo quest’alleanza innaturale perché le nostre storie politiche e le nostre radici sono completamente diverse. Abbiamo un approccio diverso con la politica da sempre, non solo negli ultimi tempi. Inoltre ritengo che questo sostegno (a Lombardo, ndr) sia sbagliato ed innaturale perché è stato sempre criticato da coloro che oggi invece sono i sostenitori di questa alleanza”.

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“Andate a studiare le carte e vedrete”

Anna diceva così… e infatti…

Adesso che è stato revocato l’appalto perché “illegittimo” cosa ne penserà la senatrice che, fino a venti giorni fa, ai microfoni di Vittorio Romano de L’Ultima Parola su Raidue rispondeva così…

VR: Ritiene opportuno che gli sono stati affidati 350 mila euro in appalto senza bando di gara alla società di suo marito?

A. F: “Non c’è stato nessun bando di gara perché è un finanziamento su progetto di una legge nazionale del 2006 che istituisce la Casa della salute. È un procedimento che non prevede né il bando né l’appalto. Andate a studiare le carte e vedrete”.

VR: Come mai l’assessore Russo ha detto che verificherà invece perché non è stato fatto nessun bando di gara?

A. F: “Perché, come io ho detto al presidente Leoluca Orlando: riunisce subito la Commissione e voglio che sia fatta piena luce su questo. Perché chi ha la coscienza apposto non teme nessuna verifica e nessun controllo (con la voce rauca. ndr)”.

(Per SUD del 31 dicembre, pagina 6)

Riproposto: “Quando la coerenza latita: Anna Finocchiaro e Raffaele Lombardo”.

(Per SUD del 31 dicembre, pagina 3)

Il mito della Catania bella

Rassegna stampa (Catania)…

Inizio con questo interessante articolo di Salvo Pappalardo pubblicato sul quotidiano online Catania Oggi una nuova rubrica su Catania. Le critiche più attente, i punti di vista più interessanti, le opinioni più autorevoli ed azzeccate, le immagini, insomma quello che per me rispecchierà con maggior fedeltà l’andamento della Città etnea.

C’è più di un motivo se il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, denuncia: “Oggi la capitale della mafia imprenditrice non è Palermo ma Catania”. Flashback, frasi già sentite, macigni che sembrano, checché se ne dica, non provocare nessuna reazione nei catanesi. Non è passato molto tempo da quando, la figlia dell’Avv. Serafino Famà, in un’intervista disse: “Catania non riesce a reagire, neanche a Palermo c’è tanta indifferenza”.

Eppure camminando nei pressi del centro storico, o spostandoci nelle zone panoramiche della città, non sono pochi i catanesi che si riempiono la bocca di paroloni a effetto: da una parte elogiando le meraviglie che questo luogo ci offre dall’altra tralasciando tutto il resto. I cittadini sono, con orgoglio, divenuti maestri nello sport del menefreghismo, e non solo per il disinteresse verso i problemi che affliggono la nostra città, piuttosto verso tutto ciò che si pone al di fuori di un proprio tornaconto personale. La politica è solo uno dei tanti aspetti, dove si fa evidente il distacco fra la città e i cittadini: non si sa se per ideologia o interesse personale, fatto sta che un’amministrazione, dopo aver portato una città al collasso finanziario, non sarebbe mai stata rivotata in nessun altro luogo al mondo. Catania, evidentemente, costituisce una triste eccezione. Ignoriamo volutamente il degrado che ci circonda, non lo guardiamo in faccia, ci rifugiamo in un mondo tutto nostro fatto di sole, mare e paesaggi incantati. Non importa se a due passi da noi c’è una città sporca, invivibile e insolente; tutto ciò non ci tocca.

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Al Comune di Catania, appalti copiati e bilanci gonfiati

Il bando per l’appalto dell’informatizzazione comunale è stato copiato (errori compresi) dal sito internet di una delle imprese partecipanti alla gara. ECCO LA PRIMA PARTE DELLA REGISTRAZIONE SUI BILANCI COMUNALI PERVENUTA NELLA REDAZIONE DI SUD
L’Ing. Maurizio Consoli che ha scoperto tutto è stato ingiustamente licenziato.
Sud ha ricevuto in redazione la registrazione di una conversazione in cui noti dirigenti comunali spiegano in che modo verrebbero gonfiati i bilanci del Comune di Catania
PRIMA PUNTATA

(Minuto 16:25)

1: Non è la maniera migliore questa, la giunta ha sbagliato e non ha sbaglia… la giunta è stata indotta da lui allora ed i motivi io li capisco quali sono.

2: Da lui chi? Da ………………. (si sovrappongono le voci).

1: E no, il sindaco. È orientato (incomprensibile) Questo vuole portare a bilancio chissà quali somme che vengono dal recupero evasione, tutte con operazioni fittizie.

2: Ho capito.

1: Capito? Quindi lui si vuole portare 10 milioni di qua 20 milioni di là e 30 di là. Giusto accussi abbessa.

2: Chistu era il metodo Castorina (1: Certo!) che poi ci ha portato (1: Bravo!) all’abuso d’ufficio.

1: Esatto! E ci stiamo ritornando.

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Le discariche del Boschetto della Playa. La Multiservizi responsabile

Parafrasando, potrebbe dirsi che “c’è del marcio al Boschetto della Plaia”. Il dubbio ti assale ferocemente una volta constatato che tra i vialetti e gli storici eucalipto finisci con l’imbatterti su una vera e propria discarica abusiva (in verità più di una) a cielo aperto. Il tutto avviene all’interno di un parco pubblico e (se può voler significare qualche cosa) ad appena due passi dalle sedi della Polizia di Stato e dalla Polizia Municipale che si trovano attorno. Il vero paradosso è tuttavia dietro l’angolo poiché la montagnola di inerti di ogni genere e specie depositata lì sarebbe opera di chi avrebbe il compito di curare e mantenere pulita l’area. E’ infatti la Catania Multiservizi SpA ad avere mandato di mantenere pulito un parco che per la cronaca, costituisce da solo il 20% dell’intero verde presente in città.

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Napoli: fotografie emblematiche del disastro immondizia

“Questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto”. Certamente no!

“L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati”.

Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989

Aggiornamenti da Politicafia…

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Qualche arresto a Politicafia… Pesca grossa o fummo negli occhi?

48 ore dopo 48 arresti effettuati dai Carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta denominata Iblis (diavolo in arabo) a Catania si respira una area surreale, come se la città si trovasse nell’occhio di un ciclone. Calma apparente che precede l’uragano, la tempesta pronta a sradicare tronchi ben più pesanti dei nomi di chi è finito in manette.

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