Archivi categoria: Clandestino

Wall Street, polizia investe un uomo

Ecco cosa succede agli indignati – o agli osservatore della Legal Aid Society – a Wall Street alle prese con la polizia, mi ricorda alcune scene Mediorientali. Solo che qui siamo nella Grande mela, cuore della cultura della libertà all’Occidentale.

Imprenditori stranieri, stanno soppiantando quelli locali

“La presenza di imprese condotte da stranieri sarà sempre più capillare nel tessuto imprenditoriale nazionale: per questo motivo il fenomeno deve essere adeguatamente governato, non solo per consentire agli immigrati i medesimi strumenti di sviluppo economico offerto agli italiani (si pensi all’accesso al credito e al sussidio agli investimenti), ma anche per garantire una concorrenza realmente leale tra tutti gli attori che operano nei mercati”. È questa la conclusione degli esperti della Fondazione Leone Moressa dopo aver analizzato gli ultimi dati messi a disposizione da infocamere. Continuano ad aumentare, infatti, gli imprenditori stranieri in Italia così come in Sicilia, più 5,7 per cento nell’ultimo anno, di fronte ad un calo dell’imprenditoria italiana del 1,4 per cento.

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La piaga del caporalato, “In Sicilia solo 107 ispettori per 400 mila aziende”

“Un’agricoltura di qualità ha bisogno di lavoro di qualità, nel pieno rispetto dei diritti”. È quanto ha affermato Salvatore Tripi, segretario generale della Flai Sicilia (Federazione lavoratori agroindustria), parlando della piaga del caporalato. L’occasione è stata la presentazione della tre giorni itinerante nelle province Siracusa e Ragusa di quello che si autodefinisce “il sindacato di strada”, un sindacato cioè che scende nei luoghi dove avvengono ingaggi di manodopera e contrattazioni. A questo proposito è necessario scrivere un codice etico contro il caporalato in agricoltura, che sia una vera e propria “carta degli impegni morali”, da rispettare a tutti costi.

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Immigrazione, Lampedusa: convalidato il fermo degli scafisti killer

Considerando le ultime, recentissime, tragedie del Mediterraneo e che la situazione nel Canale di Sicilia, già gravissima, potrebbe continuare a peggiorare grazie al bel tempo: si è realizzata una riunione operativa a Lampedusa tra il capo del dipartimento della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli e l’assessore regionale all’Ambiente, Gianmaria Sparma, responsabile dell’ufficio della Giunta di governo per l’emergenza Lampedusa.

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Lei italiana, lui marocchino (irregolare), possono finalmente sposarsi! È un diritto

“Questo matrimonio non s’ha da fare, anzi sì!” Verrebbe da esclamare così, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo l’articolo 116 del codice civile – modifica del 15 luglio 2009 – nella parte in cui sostiene che il permesso di soggiorno è requisito indispensabile per la contrazione delle nozze.

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Facundo Cabral

Facundo Cabral, que en paz descanse.

Levántate y anda (de Facundo Cabral)

Deja la cama donde te duermes con la multitud y sal a caminar por ti mismo, es decir por lo único verdadero, es decir, por la vida.

Entonces despierto bendecirás a todos con tu alegría.

Deja la parasitaria tribuna y entra en la cancha a jugar tu partido.

Deja de complicarte y complicar.

Detente y comprobarás que el sentido de la vida está en ella misma.

Puedes llamar a cada cosa como quieras, pero todas las cosas principalmente las que ni vemos, ni siquiera sospechamos, conforman este luminoso misterio que llamamos vida.

Muchas son las cosas, pero una la realidad.

Ábrete, Anímate…

Aprende de todo pero ante todo de ti mismo.

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Spot utile per scacciare via ogni dubbio: voto Pisapia

Spot utile per scacciare via ogni eventuale dubbio: le persone civile voteranno Pisapia al ballottaggio di Milano. Credo che Giuliano Pisapia permetterebbe ad una città importante come Milano di diventare un esempio per molte metropoli europee. Milanese, vota consapevolmente!

Qui ed in ogni maledetta frontiera del mondo…

Quando cesserà? Quando non succederà più? Qui ed in ogni maledetta frontiera del mondo…

Il Post oggi segnala questa inchiesta del Guardian (Nato units left 61 African migrants to die of hunger and thirst). Colpisce l’indifferenza degli altri giornali. Non fa più notizia la vita dei migranti…

Oggi il Guardian racconta in esclusiva la storia di un barcone di migranti che la NATO avrebbe lasciato alla deriva nel Mediterraneo per 16 giorni rendendosi responsabile della morte di 63 persone. La storia è emersa da un’inchiesta condotta dal quotidiano britannico.

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Restiamo umani – Stay human. Vik

È stato ucciso Vittorio Arrigoni. Come sempre in questi casi sarebbe meglio il silenzio, necessario per capire dentro e fuori da noi. Non lo conoscevo e sto leggendo il suo blog, Guerrilla Radio, solo adesso.

Non perché sia stato assassinato, lo definisco un eroe di questi tempi, che non vuol dire perfezione ma determinazione. La determinazione di chi ha la volontà di lottare per ciò che è giusto, ciò per cui nessuno protesta, ciò per cui “il mondo” non muove un dito, per cui ognuno di noi si volta dall’altra parte, perché è più comodo. Proprio così lo definirei, eroe!

Perciò linko solamente questo suo racconto da Gaza City che dimostra perché, senza rischiare di essere banale, questi attivisti possono essere considerati dei paladini dei diritti umani alla stregua di tanti grandi del passato.

“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”

A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia,  più di cinquanta finora le vittime.

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Tunisini, Maduria, tendopoli, ronde e Zoro (Alias Diego Bianchi)

Un modo veramente efficace di comunicare e raccontare questa tristissima realtà. Tremendamente spettacolare. Diego Bianchi, in arte Zoro, a Parla con me cronaca sulla situazione immigrati a Manduria.

Massacro di donne in Coste D’Avorio. Gheddafi non è l’unico che spara sul popolo

Mi piange il cuore… Immagini terribili che descrivono una situazione terribile.

Troppo il silenzio. Troppe le urla. Solo il silenzio.

L’accaduto e la situazione in Costa D’Avorio la spiega bene Il Post.

In Sicilia, stranieri 4 imprenditori su 100

In Italia cresce il numero degli imprenditori stranieri (+4,9%) mentre diminuisce quello degli italiani (–0,4%). Nel 2010, precisamente, si è trattato di 29.185 in più e di 31.629 in meno, dati in linea con la tendenza degli ultimi anni. Benché sembri superato il crollo del 2009, 83 mila imprese italiane meno. Nel panorama nazionale, oggi l’incidenza degli imprenditori stranieri si attesta al 6,5%. Lo svela una ricerca della Fondazione Leone Moressa che, facendo riferimento ai dati infocamere, ha analizzato l’andamento dell’imprenditoria in Italia.

Nelle province siciliane la percentuale d’imprenditori stranieri è superiore ai 4 punti. Soltanto a Catania e Trapani è di poco inferiore, mentre il picco si tocca ad Agrigento con il 5,9% sul totale. Fra il 2009 e il 2010 in ben quattro province – Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa – si sono registrati incrementi superiori al 5%, con il boom del +7,1% del palermitano. Gli imprenditori italiani sono addirittura diminuiti a Catania (– 3.794), Agrigento (–656) e Trapani (–1.416). Ugualmente, nelle province di Catania, Agrigento, Ragusa e Trapani le figure imprenditoriali straniere sono aumentate in maggior numero, rispetto a quelle italiche.

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Un colombiano Rey de España… Reportage

José Guarnizo Álvarez fue premiado con el Rey de España por Urabá, otro “hueco” entre Colombia y la USA, una historia narrada de manera espectacular…

Algunas partes:

En algún paraje del kilómetro 7 en la vía Turbo-Chigorodó, sobre un asfalto abrazado por un calor infernal de 40 grados centígrados, el joven Khimjo Cheng Lama intenta hacerse pasar por mudito.

Pero la pinta lo delata. Es amarillo como la miel, ojirrasgado, chiquito y de pómulos voluminosos. “¡No hay pierde, son Orientales!”, dice uno de los policías.

La escena transcurre bajo el sol áspero del golfo. De los pasajeros de un bus intermunicipal que es objeto de una requisa rutinaria, siete no hablan español.

Intentan comunicarse en señas, en medio del trance y la confusión. En el momento, no hay entre los hombres de la Policía de Tránsito de Urabá un bilingüe, un intérprete.

Un agente, cuya fortaleza no es precisamente el inglés, soluciona la disyuntiva de saber si los errantes forasteros tienen hambre, preguntándoles: “¿hamburguer?, ¿hamburguer?”. […]

En Urabá, los extranjeros indocumentados están apareciendo por desbandadas. Este año, el DAS en Antioquia registra la deportación de 119 inmigrantes, la mayoría de ellos de Eritrea, Somalia, Etiopía y Nepal. […]

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Minacce mafiose e intimidazioni al giornalista Antonio Condorelli

18 Febbraio 2011. Un giornalista che fa bene il proprio mestiere nel nostro Paese è spesso sottoposto ad attacchi feroci, sovente basati su menzogne e mistificazioni. Questo è grave in qualunque parte del Paese avvenga, assume però una valenza inquietante e drammatica quando accade in terra di mafia e quando a essere oggetto di attacchi di tal fatta è un giornalista come Antonio Condorelli, che ha già subito pesanti minacce mafiose, al punto da indurre il Prefetto ad assegnargli una forma di tutela da parte delle forze dell’ordine. Quello che sta avvenendo a Catania contro Antonio Condorelli, finito al centro di una campagna mediatica orchestrata dai suoi ex editori, assume le caratteristiche di una vera intimidazione che mira non solo a delegittimarlo, infangando la sua storia personale e professionale, ma soprattutto a isolarlo, esponendolo così a rischi altissimi… Abbiamo già visto molti anni fa questo sistema di delegittimazione all’opera attorno all’assassinio mafioso di Giuseppe Fava. Un metodo riproposto in maniera agghiacciante. Ascoltiamo insinuazioni, menzogne, per distruggere un giornalista scomodo e pericoloso per un sistema che vede a Catania immutato l’intreccio scelerato tra mafia, massoneria, pezzi dell’economia, della politica, editoria e persino elementi delle istituzioni. Condorelli ha denunciato tutto questo con le carte alla mano, seguendo sempre un metodo rigorosissimo, che onora la professione… Per tutto questo siamo vicini ad Antonio Condorelli e non lo lasceremo solo.

 

Primi firmatari
Sigfrido Ranucci (Report/Rai Tre), Domenico Valter Rizzo (Chi l’Ha Visto/Rai Tre), Giuseppe La Venia (La Vita in Diretta/Rai Uno), Filippo Barone (Annozero/Rai Due), Sabrina Provenzani (Annozero/Rai Due), Roberto Pozzan (Annozero/Raidue), Giusy Arena (giornalista e scrittrice), Alfio Sciacca (Il Corriere della Sera), Stefano Corradino (Direttore Articolo 21), Giuseppe Giulietti (Portavoce Articolo 21), Don Luigi Ciotti (presidente nazionale di Libera), Enza Rando (componente ufficio di presidenza nazionale di Libera), Roberto Morrione (presidente nazionale di Libera Informazione)

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Altre cose sparite dal – SUD – web

Questo invece quanto scritto su di me in merito ad un mio lavoro (Anche questo eliminato dal web). Una caduta di stile che si aggiunge a quel ridicolo dossieraggio contro Antonio Condorelli. Le mie ragioni le lascio al commento sotto.

Stancanelli e le promesse di Sant’Agata

16/02/2011 –

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Grazie a SUD per l’opportunità. Adesso volto pagina e continuo il mio cammino ;)

Comunicato stampa dei giornalisti e collaboratori di sud

Abbiamo avuto l’onore di lavorare nella redazione della freepress di giornalismo investigativo “Sud”, diretta da Antonio Condorelli. Con lui abbiamo condiviso il lavoro, i rischi e le sfide di questo straordinario mestiere. Con lui abbiamo condiviso il sogno di una testata libera a Catania. Serberemo sempre nel cuore la memoria di tale esperienza, riempita e motivata dalla grinta e dalla passione civile e professionale del giovane giornalista catanese.
È stata una sfida, per sei lunghi mesi. All’esterno e all’interno. Alla fine, l’affetto e la stima dei lettori non sono bastati. Oggi, dopo quanto avvenuto negli ultimi giorni, noi ci limitiamo a prendere atto della scelta di Antonio Condorelli, che è anche la nostra.
Ringraziamo Antonio ed i lettori che ci sono stati vicini. Agli editori va il merito di averci provato.

Fernando M. Adonia, Saul Caia, Andrea Di Grazia, Antony Di Stefano, Laura Galesi, Stiben Mesa Paniagua, Rosario Sardella, Enrico Sciuto, Andrea Sessa, Giovanni Tizian, Simona Zappalà.

Un 2011 più degno per tutti, anche per loro

Tutto questo a Roma non a Mogadiscio!

(Rassegna stampa…)

Nell’ex ambasciata somala a Roma in 140 assiepati nel garage con due bagni

Da più di un mese vivono assiepati nel garage dell’ex ambasciata somala a Roma, in via dei Villini, una traversa di via Nomentana. Sono letteralmente allo stremo delle forze e tutte sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno, per protezione internazionale. Medici per i Diritti Umani (MEDU) lancia un appello a Comune, Provincia, Regione e Ministero dell’Interno affinché si trovino subito soluzioni di accoglienza dignitose e posibilità d’integrazione. La struttura, abbandonata dalla rappresentanza diplomatica somala agli inizi degli anni novanta, è in uno stato di degrado totale ed è in alcuni punti pericolante. Non c’è corrente elettrica, né riscaldamento. Vi sono ovunque oggetti e mobilio in disuso, calcinacci e rifiuti accumulatisi nel corso degli anni, dove circolano indisturbati i ratti. I pochi locali “vivibili” sono occupati da giacigli di fortuna, dove i rifugiati sono costretti a vivere in uno stato di sovraffollamento e scarsa areazione. Le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose, indescrivibili.

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Scuola multietnica a Roma: l’Italia del futuro

Questo film-documentario di Giulio CedernaAngelo Loy intitolato Una scuola Italiana, mostra in tutto è per tutto quella che per me sarà l’Italia del futuro.

Ecco come lo presenta Irene  Buscemi sul Fatto Quotidiano

Quanto è inumana l’umanità? Video risposta

Diversi quotidiani hanno pubblicato oggi due video molto differenti e molto uguali tra loro. Differenti perché rappresentano due mondi opposti, due culture lontane anni luce. Inghilterra: l’occidente, il nord, la ricchezza, il benessere; Sudan: l’oriente, il sud, la povertà, la miseria. Uguali perché in fondo raccontano quanto sia triste e confusa la nostra umanità. Una confusione perenne, primordiale, eterna. Infelice!

Probabilmente uno è girato da un qualche studente inglese mentre protestava per i suoi diritti insieme ai suoi compagni, magari sconosciuti, mai visti prima, ma, senza dubbio, uniti dal fervore di chi ha ancora qualcosa da dire, di chi vuole forgiare la società, di chi non vuole senza stare a guardare. Uno di questi studenti è disabile, Jody McIntyre di 20 anni, e con la sua carrozzina blocca la strada, manifesta così il suo dissenso. Purtroppo la polizia, evidentemente, non guarda in faccia nessuno e con una tristissima aggressività lo scaraventa a terra trascinando fino al ciglio della strada. Jody non è solo, gli altri in qualche maniera reagiscono e lo difendono. Ma questo non diminuisce l’inumanità del momento.

L’altro girato probabilmente da un poliziotto o da qualcuno che rimane indifferente e che anzi ride come gli altri. Al centro una donna in vesti islamiche che in lacrime urla di dolore mentre viene frustata da alcuni uomini della polizia. Uno strazio quei 50 colpi di frusta pubblici previsti per un qualche sciocco, sciocchissimo motivo.  Tutto intorno spettatori impassibili e corrotti nell’animo. Si compie la legge: sì, ma la coscienza non ha barriere, non ha codici o pergamene a fare da steccato, è libera. Triste e inumana umanità.

Qualche arresto a Politicafia… Pesca grossa o fummo negli occhi?

48 ore dopo 48 arresti effettuati dai Carabinieri del Ros nell’ambito dell’inchiesta denominata Iblis (diavolo in arabo) a Catania si respira una area surreale, come se la città si trovasse nell’occhio di un ciclone. Calma apparente che precede l’uragano, la tempesta pronta a sradicare tronchi ben più pesanti dei nomi di chi è finito in manette.

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Sud free press, bliz della preventivo della polizia in redazione prima di andare in stampa. “Politicafia dico io”

Quando la politica e la mafia si confondono, per atteggiamenti, modi e non solo… “Politicafia”. Metà-fora, metà-intra, verità, dico io: La mafia è una montagna di merda e come tale, oltre alla puzza schifosa e nauseabonda, è circondata da esseri piccoli piccoli, si chiamano uomini di potere e come mosche assetate fanno a gara per appoggiarsi agli stronzi cercando di allontanare col loro fastidioso e insistente brusio chi cerca di ripulire.

È quanto mi viene in mente appena leggo cose come queste:

“Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha chiesto ed ottenuto un blitz nella redazione di Sud per procedere ad un controllo preventivo del contenuto della testata durante la fase di redazione, prima della distribuzione e della stampa. Ore 16.30 arriva la polizia in redazione”.

Domani (1 ottobre) conferenza stampa alle 10:30 in redazione, viale Kennedy 10 zona Playa. In massa.

Oggi, in buona parte del Pakistan si sta così…

Collateral Murder, c’è poco da inventarsi un titolo diverso

È stato ripreso da un elicottero apache statunitense durante un’azione a Baghdad nel 2007. L’elicottero aveva sparato uccidendo 11 persone tra cui un fotografo e un autista della Reuters: i miltari avevano sostenuto allora che si fosse trattato di un combattimento contro “forze ostili”. Dal video non sembra: i responsabili della Reuters avevano chiesto che fosse reso pubblico il materiale girato dall’elicottero ma era stato loro negato. Il video è ora entrato in possesso di Wikileaks che lo ha appunto messo online. È abbastanza impressionante: nei ripetuti attacchi dell’elicottero vengono anche feriti due bambini. Per ora lo hanno segnalato solo la BBC e loHuffington Post, tra le grandi testate giornalistiche. (Anche Le MondeAl Jazeera: tra poco la daranno tutti). (Da Wittgenstein)

Oggi, ovviamente, un po’ tutte le più grandi testate giornalistiche ne hanno parlato, non potevano non farlo.

Queste immagini, che tanto ricordano quelle del film The Hurt Locker, sono un documento che dimostra quanto sia facile per molti militari uccidere qualcuno, quasi si trattasse di un video game e, infondo, la dinamica dell’attacco evidenza come quella del gioco sembra essere la migliore spiegazione, perché? Perché non c’è rischio. Si spara, infatti, contro indifesi ed inoffensivi civili e, addirittura, lo si fa dall’alto, dal robustissimo apache che non può certo essere abbattuto da una pietra o altro, che comunque non c’è stato. Si sale con le auto sopra i cadaveri, si spara sui soccorritori, si spara, si spara e c’è pure l’attesa snervante per poterlo fare. Un gioco perché si impreca e si ride, mancava solo la birra -non sappiamo se ci fosse- e la serata da sala giochi c’era tutta.

Io ho provato ad inventare un titolo, ma non  me ne veniva nessuno che non contenesse almeno un insulto di frustrazione contro gli assassini o meglio contro i giocatori.

Polemica sulla liberazione tra TeleSur e il Governo colombiano, vignetta

Questa vignetta su El Colombiano sintetizza, ironicamente, la polemica che a poche ore dalla liberazione di Pablo Emilio Moncayo aveva coinvolto il governo di Uribe e la televisione venezuelana TeleSur per aver mostrato le immagini del momento in cui le Farc consegnavano il soldato Moncayo alla senatrice Piedad Córdoba e a monsignor Leonardo Gómez.

Colombia: liberato dopo oltre 12 anni di sequestro Moncayo

Un incubo lungo 12 anni: sequestrato il 21 dicembre 1997, quando aveva 19 anni, il sergente Pablo Emilio Moncayo è stato liberato dai guerriglieri delle Farc, che in questo lungo periodo di tempo l’hanno tenuto prigioniero nella selva colombiana. (Dall’Ansa)

Dopo l’attentato ad opera delle Farc –quasi certamente– della scorsa settimana a Buenaventura, arriva una buona notizia, non certo inaspettata, per tutto il paese. Ma, oltre la comprensibile e gioiosa commozione, non mancano le polemiche e le ombre attorno questo significativo evento.

A Milano, la 4° edizione di Docucity – Documentare la città

Inizia oggi, presso il Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano di Sesto San Giovanni, la 4° edizione della rassegna per il cinema documentario Docucity – Documentare la città. Come sempre l’obiettivo principale della manifestazione è offrire la possibilità di vivere attraverso l’occhio degli autori la città, la polis contemporanea, come sogno e desiderio, luogo culturale e di sviluppo dinamico, di memoria e di contrasti. Il viaggio quest’anno, ogni lunedì fino al 29 marzo, toccherà Accra, Berlino, Lisbona, Dublino, Siviglia, Butte e Pechino. Per questa edizione del 2010, inoltre, grazie al sostegno dell’Istituto Confucio, la rassegna ospiterà una sezione dedicata ai documentari cinesi.

La novità in assoluto più rilevante è, tuttavia, l’istituzione del Concorso nazionale per il cinema documentario, creato per ampliare il dibattito sulla rappresentazione della città nella cultura contemporanea. Per i film in gara sono in palio due premi, uno attribuito da una giuria di studenti e l’altro assegnato da una giuria di esperti del settore, composta da: Emanuela Martini (critico cinematografico), Alessandra Lavagnino (Direttore dell’Istituto Confucio – Unimi), Luca Franco (consulente Doc3 – RAI3), Domenico Gargale (organizzatore eventi cinematografici- La Città del Cinema), Nazzareno Mazzini (Docente di cinema – IED. Esperto di comunicazione) e Gianfranco Giagni (Regista).

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Non si vive di solo Oscar. Nomination alle Pernacchie d’oro 2010

Non si vive di solo Oscar, ed anche quest’anno sono stati annunciati i candidati al premio meno ambito dallo star system hollywoodiano, i Razzie Awards ossia le Pernacchie d’oro. Il riconoscimento, che dal 1980 fa da contraltare ai più noti Academy, continua ad acquistare autorità edizione dopo edizione, infatti, se all’inizio non era facile vedere i vincitori accettare il premio, oggi capita frequentemente che questi lo accolgano con autoironia e simpatia, ricevendo, magari in un secondo momento, la statuetta del lampone dorato su una pizza cinematografica.

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Film per non dimenticare. Giornata della Memoria

Oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria per ricordare la più grande tragedia vissuta dal popolo ebraico nella sua travagliata storia, lo sterminio di milioni di loro in campi di concentramento (insieme con slavi, rom, sinti, omosessuali, portatori di handicap, Testimoni di Geova, Pentecostali, oppositori al regime) da parte di altri esseri umani, sembra strano a dirsi ma è così, anche i nazisti erano uomini. E il cinema ha da sempre omaggiato, raccontando e denunciando, questo triste periodo della shoah, un genocidio per gli ebrei, una reale catastrofe per l’intera umanità. Il contributo dato alla memoria, per non dimenticare, è l’elemento che più di ogni altro accomuna tutte le opere cinematografiche che hanno raccontato questa triste pagina della storia.

Nell’elenco dei film che hanno affrontato il tema troviamo titoli pluripremiati come Schindler’s List di Steven Spielberg o Il Pianista di Roman Polanski, ma anche nomi meno premiati come Il bambino con il pigiama a righe di Mark Herman o Amen di Costa Gravas. Il cinema ha raccontato questa tragedia con storie nate dalla fantasia ad esempio Kapò di Gillo Pontecorvo o Arrivederci Ragazzi di Louis Malle, molte altre volte, invece, si è ispirato a biografie o comunque a vite vere come Il diario di Anna Frank di Gorge Stivens o La tregua di Francesco Rosi.

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Terezin 23 giugno 1944

Un mondo idilliaco,
dove i bambini non piangono mai
e vivono in famiglie felici,
dove tutti i bisogni sono gratificati.
Un mondo nel quale la tristezza…
…Cos’è?
Solo per la felicità e la gioia
c’è spazio nel paradiso,
il paradiso della città di Terezin.

Era questo ciò che si diceva,
anzi, quello che la gente credeva.
Che grande dono, che bel mondo,
ma davvero, un sentito grazie
a coloro che l’hanno ideato!

Ma, se era cosi bello,
perché non ci andavano loro?

Il dubbio non è venuto a nessuno,
eppure c’erano mille e più ragioni
che lasciavano intravedere le anomalie
di quel inferno mascherato da paradiso,
forse non importava più di tanto,
sai com’è, si vive meglio
se si pensa solo per se!

A chi ha organizzato tutto,
a chi sapeva ed ha taciuto,
a chi non ha mai ordinato seri controlli,
a chi col suo silenzio ha contribuito
ed ha appoggiato la cosa più inumana
mai fatta dagli uomini, dico…

… Non dico niente, preferirei ignorarli
e non incontrarli mai,
fare come se non esistessero,
anzi, poter scoprire un giorno
che non sono esistiti
e non esistono affatto,
perché gli uomini non sono così,
sono migliori, migliori.

Alcuni pensieri scritti il 27-01-2004

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La Grande Guerra, il capolavoro di Mario Monicelli

Son secoli che la gente si scanna con le guerre e non è mai servito a niente.
Giovanni Busacca (Vittorio Gassman).

Grandioso film del 1959 diretto da Monicelli, uno dei maestri del cinema italiano, prodotto da Dino de Laurentis, e con due superlativi attori Vittorio Gassman e Alberto Sordi. Ambientato nella Prima Guerra Mondiale, racconta la vita al fronte, in trincea, attraverso la vicenda di due personaggi opposti ma in fondo molto simili: Giovanni Busacca (V. Gassman) e Oreste Jacovacci (A. Sordi).

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