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L’Experia fa risorgere quelle “Mura” abbandonate.

Oggi alle 13 davanti al CPO Experia, si è svolta l’annunciata manifestazione di disobbedienza civile per rioccuparlo. Le forze dell’ordine, dopo essere arrivate molto in anticipo ed aver liberato la zona dalle macchine in sosta e dai cassonetti, hanno aspettato a 20 metri, di fronte al distributore di benzina, in tenuta antisommossa pronte a difendere non si sa ancora bene chi o che cosa ma, sicuramente, non gli abitanti del quartiere Antico Corso.

La decisione pre-assemblea di rioccupare il centro si è tradotta, anche a causa dei poliziotti all’interno dello stabile, in un corteo che da via Plebiscito ha attraversato via S. Magdalena, via S. di Giuliano, via Mascali, via Osservatorio, via Antico Corso e via Torre del Vescovo, fino ad arrivare davanti all’ingresso del Bastione degli infetti, resti di fortificazione risalenti al 1553, a quel punto il corteo ha occupato “simbolicamente” il luogo, unica isola verde nel rione che “già dal 2000 in poi era stato elemento di battaglia politica da parte del Comitato Cittadino Antico Corso e del Centro Popolare Experia – si legge nel comunicato stampa del CPO – per la realizzazione di un progetto di reale riqualificazione di tutto il quartiere e della città intera”.

Degrado che risale, dunque al tempo dell’amministrazione Scapagnini, ed ora “nei prossimi giorni – annunciano nel comunicato – il CPO Experia insieme al Comitato cittadino che si è costituito attorno al progetto di difesa del Centro, contro lo sgombero violento e per la rassegnazione dello spazio al Comitato di Gestione, presenterà al quartiere, alla città il proprio progetto di riqualificazione delle aree in questione, perché questi beni del patrimonio pubblico appartengono alla città”.

I manifestanti hanno ripulito il sito, che si trovava nella abbandono e nel degrado più totale, dall’immondizia, dai pezzi di motorini, dai calcinaci, poi hanno trascorso lì il pomeriggio. In serata, dopo le 22.30, è prevista una replica dello spettacolo teatrale “Librino” di e con Luciano Bruno, regia di Orazio Condorelli e Giuseppe Scatà; la prima si svolgerà alle 20:30 al GAPA (Giovani Assolutamente Per Agire) associazione di volontariato che opera nel quartiere S. Cristoforo dal 1987.

In sintesi, per questa sera, le mura risorgono dopo quasi cinquecento anni dalla loro costruzione. Una zona archeologica ed un po’ di verde offerto alla città di Catania, con semplicità e allegria da un gruppo di persone che non si arrendono davanti all’abbandono evidente e continuo da parte delle amministrazioni.

[Foto Stiben’s Blog]

(per Viviateneo)

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L’ora di religione islamica, la giusta via per l’integrazione?

silenzio-preghiera

Domenica scorsa, mentre mi trovavo in un centro commerciale nel catanese, mi sorpresi al vedere un cartello con la scritta “S. Messa ore: 12”. Fu così che a mezzogiorno decisi di seguire la celebrazione lì, un po’ per comodità, un po’ per curiosità. Iniziai a cercare quello spazio riservato fra i negozi. La messa, celebrata da don Carmelo Testa, era già cominciata, c’erano almeno una trentina di persone e, sorprendentemente, c’era pure un musico che animava il rito suonando la chitarra, come se ci trovassimo in una parrocchia qualsiasi.

Nulla di eccezionalmente raro perché, tra l’altro, in molti luoghi pubblici esistono piccole cappelle. Ecco, cappelle, quindi spazi pensati e realizzati con un intento ben definito come avviene, per esempio, in molti aeroporti, ospedali e stazioni. Ed in effetti la cosa strana, per me, non era tanto il punto “fuori luogo” in cui si svolgeva la celebrazione, ma lo spazio riservato a tale funzione che, chiaramente, non era stato creato per quel fine, non trattandosi di una cappella ma di una via di fuga dello stabile. Un settore fra due negozi, con una profondità di circa 15 mt. per una ampiezza di 8 mt., il problema principale era l’acustica, peggiorata dal continuo via vai dei clienti domenicali nel corridoio adiacente. Certo, non si può pretendere che tutti i clienti del mall siano rispettosi nei confronti di chi, liberamente, sta celebrando la principale cerimonia cristiana. Anche se siamo in Italia, quindi un paese con una forte cultura del cristianesimo alla base, non possiamo obbligare nessuno a rispettare col silenzio l’attuazione di questo rito.

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