Archivi categoria: Yo – Io – I

Missione #7: “Convincere qualcuno a uscire di casa”

MILANO (Día-río) – Per chiudere la mia settimana di SerendipiDay… Ecco la settima missione

Missione #6: “Indovinare una canzone con tre indizi”

MILANO (Día-río) – Sempre da Catania… Ecco il video della sesta missione

 

Missione #5: “Convincere qualcuno a urlare oppure.me”

MILANO (Día-río) – Milano perché lì è cominciato tutto, ma a questo punto ho realizzato le prove a Catania. Qui la quinta missione

Missione #4: “Riuscire a parlare con una persona sconosciuta”

MILANO (Día-río) – Proseguiamo con il video della quarta missione

Missione #3: “Regalare un gratta e vinci e dividere a metà”

MILANO (Día-río) – E ancora… Ecco il video della terza missione

Missione #2: “Coniugare il verbo OPPURARE”

MILANO (Día-río) – Qui il video della seconda missione

Missione #1: “2 euro per la benzina”

MILANO (Día-río) – Facciamo un salto indietro di 10 giorni. Continuo a raccontarvi quanto ho fatto durante la seconda settimana di questo mese. Ecco il video della missione del primo giorno

Doscientos dos años y no sentirlos: Colombia

Hoy que la madre patria se halla herida.
Hoy que debemos todos combatir, combatir.
Demos por ella nuestra vida.
Que morir por la patria no es morir, es vivir.

Parlare con uno sconosciuto di nome Roberto

MILANO (Día-río) – Immaginate tutti i nomi che esistono. Bene, adesso pensate di sceglierne uno a caso dal libro dei nomi. Dopodiché, avrete 15 tentativi per cercare di scambiare almeno una parola con uno sconosciuto che abbia quel nome. Delirio! L’ho pensato anch’io.

Siamo al giro di boa – IV prova su VII – di questa intensa settimana di Serendipiday. E se la missione di ieri – quella del gratta e vinci – è stata la più semplice, secondo la mia opinione, quella di oggi, almeno dal punto di vista psicologico, è stata la più aspra. Anche più della prima. Se infatti per la prova d’esordio era stata determinante unicamente la sfacciataggine, per quella odierna, questa caratteristica da sola non poteva bastare. Era necessario – e di brutto! – il cosiddetto fatto C: culo.

Anche solo psicologicamente, l’idea che tutto dipendesse esclusivamente dal fato mi ha scoraggiato e non poco. L’approccio con la prova è stato tremendo…

(Continua a leggere su Serendipiday)

12.07.2012

Piacere, “Mi chiamo America latina”

Una finestra per conoscere i tanti volti di un universo chiamato America latina. I suoi tesori e le sue povertà, raccolti e commentati dalle cronache dei giornali locali.

Si tratta del nuovo blog che scrivo per Linkiesta: Mi chiamo America latina. Oggi esordisco parlando delle prossimo turno elettorale in Messico.

Se ne va Whitney Houston, diva… Alcune riflessioni

È morta Whitney Houston, lo leggo adesso sulle home di vari giornali. La notizia sembra proprio vera. Ricordo quanto mi piaceva quando vidi The Bodyguard, una voce unica, una donna bella e sensuale.

Giusto stasera mi sono visto con alcuni amici “In viaggio con una rock star” (Get Him to the Greek), un film nel quale alla fine viene a messa a nudo la mente di un divo rockettaro, Aldous Snow, che tra eccessi di ogni genere, sesso e droghe, vive alternando continuamente momenti di onnipotenza a crisi depressive. Dopo periodi di “redenzione”, alla fine ricadeva sempre negli buio dell’alcool e della droga.

Discutevamo sul perché spesso questi personaggi, che sembra abbiano tutto, non riescono a reggere e finiscono nel tunnel delle dipendenze.

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Colombia no pudo con la vinotinto. Culpa de Leonel

No sé Leonel Alvarez que partido vió. ¿No veia qué en el medio estavamos pesados y cansados? Se demoró en los cambios y nos condenó a perder un partido dominado, como estava pasando en La Paz en la pasada jornada.

¿Qué sentido tiene hacer un cambio (Moreno) faltando un minuto? Que le dé aire antes al equipo, cuando sirve. Venezuela hizo cambios antes y generó nuevas energias y más velocidad.

Se veia hace mucho rato que en todas la jugadas Guarín ya no podia, le tuvieron que dar calambres, en vez de haberlo dejado descansar. Y más aún que con Argentina lo necesitamos fresco.

Toco que Comesaña fuera a decirle de hacer el segundo cambio a los 85 minutos (Quintero, que no habia hecho ningún calentamiento previo,), cuando ya era tarde… ¡Por Dios!

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Una giornata di pioggia-ordinaria ai piedi dell’Etna

La serata di ieri – e la giornata di oggi – mi ha fatto venire alla mente quanto scrivevo due anni fa sul rapporto tra le strade di Catania e la pioggia. A parte il fatto che oggi c’è l’anticipo di Serie A Catania – Inter e quindi il traffico in centro sarà già di suo eclatante, credo che non sia cambiato assolutamente nulla da allora. Anzi sì, probabilmente, molti tombini sono otturati dalla recente pioggia di cenere vulcanica e gli allagamenti in molte strade della città dopo l’acquazzone di ieri, ne sono la prova!

Inizia tutto con un po’ di nuvole che, improvvisamente, si appesantiscono e si gonfiano d’acqua, ed ecco fatto: all’orizzonte non si vede più il Mongibello e contemporaneamente, sul golfo, i lampi immortalano Catania con accecanti flash. Per chi ama la forza della natura le saette sulla piana sono spettacolo puro, per quelli fobici il rimbombo dei tuoni è suono insopportabile, per chi “comunque” deve andare fuori casa è, semplicemente, l’ora di mettersi le mani sulla testa. Le alternative sono tre…

(Continua qui)

Oggi mi sento particolarmente cattocomunista!

Dopo le straripanti vittorie della sinistra, volevo pubblicare le foto dei vari titoli presenti nelle home page dei giornali italiani, ma il buon Post mi ha anticipato. Quindi lo linko semplicemente.

Oggi Keneddy avrebbe compiuto 94 anni – Qui, un suo discorso ai giornalisti di ieri, di oggi e di domani

“Ed è quindi alla stampa, biografa delle imprese dell’uomo, custode della sua coscienza, foriera delle sue notizie, che ci rivolgiamo per avere forza e sostegno, fiduciosi che con il vostro aiuto l’uomo diventerà ciò per cui è nato: libero e indipendente”. JFK

94 anni fa nasceva a Brookline, nel Massachusetts JFK, John Fitzgerald Kennedy, trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti. Il giovane Presidente democratico rimase alla Casa Bianca per quasi tre anni, fino al suo assassinio a Dallas il 22 novembre del 1963. La tesi officiale dell’omicidio fu che morì per mano di Lee Harvey Oswald – che venne arrestato il giorno stesso ed ucciso a sua volta due giorni dopo da Jack Ruby, togliendo di fatto la possibilità di comprendere attraverso un processo. Una tesi che sembra seriamente smentita da numerose analisi (per esempio qui) ai filmati, alle foto, alle testimonianze, e perfino da confezioni di vario tipo: in punto di morte, dopo mezzo secolo, E. Howard Hunt e Madeleine Duncan Brown confessano la loro verità. Spunta il nome del vice presidente e poi successore Lyndon Baines Johnson, o di Richard Nixon, per esempio. Entrambi hanno registrato le proprie confessioni e combaciano su molti punti, avvalorando dunque una tesi complottista. E ancora James Files, mafioso di Chicago, negli anni novanta confesso di aver partecipato all’operazione insieme con Charles Nicoletti.

Con questo video, non voglio arrivare alla soluzione del mistero, il mio intento non è nemmeno commemorativo. Non c’è bisogno. Già quest’uomo è stato rivoluzionario, troppo per un mondo immodificabile fatto con lo stampino. Nel video si sente l’audio di JFK mentre parla ai giornalisti, mentre parla a me. Le sue parole, come succede spesso con i grandi, valgono allora come oggi, negli States come qui, per quei giornalisti come per me. Sono universalmente valide. Ascoltate con attenzione.

Le pagelle dell’anticipo del Borgo, 2ˆgiornata

Anticipo di venerdì 29 aprile alle Palme di Catania.
Una partita sottotono, finisce 6 a 4, vincono meritatamente i gialli (qui la prima giornata).

Le formazioni
Squadra gialla: Andrea S, Andrea, Giuseppe C., Lorenzo R., Luca G., Natale G., Stiben M.

Squadra blu: Alfredo S., Andrea R., Antonio S., Giorgio, Ignazio, Nino S., Paolo R.

La cronaca
Ore 21,50 i primi giocatori scendevano in campo e cominciava la fase di riscaldamento.
Ore 21,55 la partita rischiava di saltare perché la lega aveva organizzato due mach allo stesso orario nel medesimo campo.
Ore 22 si risolveva tutto. L’unico problema è che mancavano quasi la metà dei calciatori.
Ore 22,10 si cominciava 6 contro 6 mentre gli ultimi due giocatori arrivavano alla spicciolata. Gli ultimi a scendere in campo erano Lorenzo R. e Ignazio.
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Radamel Falcao García Zárate o più semplicemente Falcao

In vista della prossima Copa America comincio una breve analisi dello stato attuale e della qualità dei calciatori colombiani. Partiamo dal classe ’86 Falcao García, che oggi ha segnato quattro gol nella semifinale di Europa League. “El tigre” è il miglior attaccante colombiano in circolazione. E non lo dico per il poker di oggi nella partita del suo Porto contro il Villareal. Ma perché semplicemente basta guardare i numeri per capire che siamo di fronte ad un giocatore concreto e determinante. Oggi al top della condizione. Al Porto dal 2009, ha giocato anche nel River Plate d’Argentina. Nella squadra portoghese tra l’altro gioca insieme con altri due colombiani forti, dei quali parlerò più avanti: Freddy Guarín e il giovanissimo James Rodríguez. Aggiungo di seguito un paio di video con i suoi ultimi gol in Europa (dove ad oggi è capocannoniere con 15 reti).

Poker contro il Villareal (semifinale)

Tripletta contro lo Spartak Moscow (ottavi)

Restiamo umani – Stay human. Vik

È stato ucciso Vittorio Arrigoni. Come sempre in questi casi sarebbe meglio il silenzio, necessario per capire dentro e fuori da noi. Non lo conoscevo e sto leggendo il suo blog, Guerrilla Radio, solo adesso.

Non perché sia stato assassinato, lo definisco un eroe di questi tempi, che non vuol dire perfezione ma determinazione. La determinazione di chi ha la volontà di lottare per ciò che è giusto, ciò per cui nessuno protesta, ciò per cui “il mondo” non muove un dito, per cui ognuno di noi si volta dall’altra parte, perché è più comodo. Proprio così lo definirei, eroe!

Perciò linko solamente questo suo racconto da Gaza City che dimostra perché, senza rischiare di essere banale, questi attivisti possono essere considerati dei paladini dei diritti umani alla stregua di tanti grandi del passato.

“Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola” mi dice Jamal, chirurgo dell’ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. “Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l’ultimo miagolio soffocato”. Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua “Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell’opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste…” il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. “Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati.”

A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia,  più di cinquanta finora le vittime.

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Le pagelle dell’anticipo del Borgo

Le pagelle della partita disputata nell’anticipo di venerdì 8 aprile nell’arena delle Palme. Finisce 8 a 3 per la squadra blu.

Squadra blu 8 Dopo lo studio iniziale, dimostra di poter controllare bene la partita. Sul 5 a 0 l’incontro diventa in discesa.

Andrea R. 6.5 Ottimo anche fuori dai pali, lì dove dà il meglio di sé. Corre, suda, ENERGICO.

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Ragionamenti domenicali…

… “Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato” (GV 9, 16) – Polemica sterile dei farisei. Come noi, soliti farisei, che dinnanzi ai miracoli della vita, guardiamo i cavilli che offuscano la sostanza, l’essenza. Perdendo ogni capacita di stupore, di meraviglia. Quante volte diciamo o pensiamo di qualcosa: sì, va bene, però… sì, bello, ma… sì, d’accordo, ma meglio se… c’è il sole, meglio se… c’è la pioggia, meglio se…

Noi farisei odierni, perfino di fronte ad un bambino che viene messo al mondo, il miracolo maggiore, riusciamo nella triste impresa di non gioire senza se e senza ma. Siamo come privi del più elementare degli istinti. Or su, siamo figli della luce.

… “Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?” (Gv 9, 34) – Quante volte noi farisei ragioniamo così? AAA umiltà perduta cercasi! L’umiltà di quando eravamo piccoli, di quando sapevamo di non avere esperienza della vita, di quando eravamo consapevoli d’essere ignoranti, di quando ascoltavamo con interesse ogni altrui spiegazione, di quando: come si fa, mamma? Cosa devo dire, papa? Tempi lontani, tempi necessari per riaprire gli occhi e ritrovare la luce e i suoi frutti di bontà, giustizia e verità.

Se vediamo la luce, Cristo, in qualche maniera ne riflettiamo la brillantezza. La testimonianza è realmente alla base della nostra vita di fede. Un cieco nato, del quale all’inizio i discepoli parlano come di uno sfortunato peccatore, dopo aver visto luce parla come un saggio e agisce come un saggio. Quanto sono lontano dall’esser cieco? Quanto ci vedo?

Il vangelo era La guarigione del cieco nato (Gv 9,1-41)

Antonio Condorelli con “Esse”, inserto con inchieste su Catania

Antonio Condorelli, l’uomo delle inchieste scottanti – già direttore di Sudpress – comincia a collaborare con la rivista “S”, legata a LiveSicilia. A partire dal numero in edicola da sabato 19 marzo il mensile ospiterà un inserto di 16 pagine con le inchieste sui poteri forti a Catania.

Prima chicca… L’intervista a Mirello Crisafulli: “La prossima mossa? Scacco matto”

Ripartiamo ;)

Per me, un esempio di Giornalista

In questi giorni Antonio Condorelli è stato a più riprese accusato dagli editori di esser stato “riverente” e “parziale”, di “copertura”, di aver utilizzato il giornale in modo “personalistico ed autoreferenziale”. Oggi scrivono “TUTTI GLI ARTICOLI PUBBLICATI HANNO AVUTO LA NOSTRA PIENA CONDIVISIONE”. Oppure “continueremo ad offrire spazio ad Antonio Condorelli”. Difficile da capire, forse Condorelli non era poi così “parziale”. La miglior risposta sta nelle inchieste e i reportage riportati sul giornale in questi mesi.

Lo hanno accusano di essere di parte per il suo passato da militante. In realtà, in 6 mesi di Sud, ore e ore in redazione insieme, non ho mai visto nulla – e sottolineo nulla – che lasciasse trapelare il minimo strabismo, né tanto meno il desiderio di usare il giornale come “strumento di propaganda di fazione”. Figuriamoci derive razziste o antisemite. Sempre attento esclusivamente ai fatti, alle carte, alla verifica delle fonti. Massima libertà d’indagine e di proposte per tutti noi collaboratori (sinistroidi e destroidi, ex compagni ed ex camerati, centristi ed apolitici). Peraltro tutti in blocco con lui. Per me, un esempio di Giornalista.

(Il mio commento a questo articolo di Walter Rizzo su Il Fatto Quotidiano)

Altre cose sparite dal – SUD – web

Questo invece quanto scritto su di me in merito ad un mio lavoro (Anche questo eliminato dal web). Una caduta di stile che si aggiunge a quel ridicolo dossieraggio contro Antonio Condorelli. Le mie ragioni le lascio al commento sotto.

Stancanelli e le promesse di Sant’Agata

16/02/2011 –

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Grazie a SUD per l’opportunità. Adesso volto pagina e continuo il mio cammino ;)

Comunicato stampa dei giornalisti e collaboratori di sud

Abbiamo avuto l’onore di lavorare nella redazione della freepress di giornalismo investigativo “Sud”, diretta da Antonio Condorelli. Con lui abbiamo condiviso il lavoro, i rischi e le sfide di questo straordinario mestiere. Con lui abbiamo condiviso il sogno di una testata libera a Catania. Serberemo sempre nel cuore la memoria di tale esperienza, riempita e motivata dalla grinta e dalla passione civile e professionale del giovane giornalista catanese.
È stata una sfida, per sei lunghi mesi. All’esterno e all’interno. Alla fine, l’affetto e la stima dei lettori non sono bastati. Oggi, dopo quanto avvenuto negli ultimi giorni, noi ci limitiamo a prendere atto della scelta di Antonio Condorelli, che è anche la nostra.
Ringraziamo Antonio ed i lettori che ci sono stati vicini. Agli editori va il merito di averci provato.

Fernando M. Adonia, Saul Caia, Andrea Di Grazia, Antony Di Stefano, Laura Galesi, Stiben Mesa Paniagua, Rosario Sardella, Enrico Sciuto, Andrea Sessa, Giovanni Tizian, Simona Zappalà.

Quanto è inumana l’umanità? Video risposta

Diversi quotidiani hanno pubblicato oggi due video molto differenti e molto uguali tra loro. Differenti perché rappresentano due mondi opposti, due culture lontane anni luce. Inghilterra: l’occidente, il nord, la ricchezza, il benessere; Sudan: l’oriente, il sud, la povertà, la miseria. Uguali perché in fondo raccontano quanto sia triste e confusa la nostra umanità. Una confusione perenne, primordiale, eterna. Infelice!

Probabilmente uno è girato da un qualche studente inglese mentre protestava per i suoi diritti insieme ai suoi compagni, magari sconosciuti, mai visti prima, ma, senza dubbio, uniti dal fervore di chi ha ancora qualcosa da dire, di chi vuole forgiare la società, di chi non vuole senza stare a guardare. Uno di questi studenti è disabile, Jody McIntyre di 20 anni, e con la sua carrozzina blocca la strada, manifesta così il suo dissenso. Purtroppo la polizia, evidentemente, non guarda in faccia nessuno e con una tristissima aggressività lo scaraventa a terra trascinando fino al ciglio della strada. Jody non è solo, gli altri in qualche maniera reagiscono e lo difendono. Ma questo non diminuisce l’inumanità del momento.

L’altro girato probabilmente da un poliziotto o da qualcuno che rimane indifferente e che anzi ride come gli altri. Al centro una donna in vesti islamiche che in lacrime urla di dolore mentre viene frustata da alcuni uomini della polizia. Uno strazio quei 50 colpi di frusta pubblici previsti per un qualche sciocco, sciocchissimo motivo.  Tutto intorno spettatori impassibili e corrotti nell’animo. Si compie la legge: sì, ma la coscienza non ha barriere, non ha codici o pergamene a fare da steccato, è libera. Triste e inumana umanità.

Ecco cos’è per me lo sport. Niente di più e niente di meno

Metafora della vita

“Questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto”. Certamente no!

“L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati”.

Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989

Aggiornamenti da Politicafia…

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Sud free press, bliz della preventivo della polizia in redazione prima di andare in stampa. “Politicafia dico io”

Quando la politica e la mafia si confondono, per atteggiamenti, modi e non solo… “Politicafia”. Metà-fora, metà-intra, verità, dico io: La mafia è una montagna di merda e come tale, oltre alla puzza schifosa e nauseabonda, è circondata da esseri piccoli piccoli, si chiamano uomini di potere e come mosche assetate fanno a gara per appoggiarsi agli stronzi cercando di allontanare col loro fastidioso e insistente brusio chi cerca di ripulire.

È quanto mi viene in mente appena leggo cose come queste:

“Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha chiesto ed ottenuto un blitz nella redazione di Sud per procedere ad un controllo preventivo del contenuto della testata durante la fase di redazione, prima della distribuzione e della stampa. Ore 16.30 arriva la polizia in redazione”.

Domani (1 ottobre) conferenza stampa alle 10:30 in redazione, viale Kennedy 10 zona Playa. In massa.

Bivio

Cerco lavoro… voglio imparare a scrivere. Le due cose, chiaro, sono collegate :)

PS: Un’onesta rappresentazione del mio stato attuale, un’istantanea che coglie molto più di ciò che vorrebbe: un’immagine della mia vita così com’è, la mia vita messa a nudo davanti ad uno specchio…

Un bivio di fronte a me, l’ennesimo, ed io in attesa di scegliere mi allaccio la scarpa, un gesto quotidiano simile a molti altri. In questo atto ci sono tutti i dubbi e le sicurezze che mi spingono da una parte o dall’altra, in un sentiero o nell’altro.

Come adesso sulla mia strada: c’è l’ennesimo bivio, ed io carico in ogni gesto, parola o incontro tutti i dubbi e le sicurezze che mi sbilanciano da una parte o dall’altra, da un scelta o un’altra.

Colombia: liberato dopo oltre 12 anni di sequestro Moncayo

Un incubo lungo 12 anni: sequestrato il 21 dicembre 1997, quando aveva 19 anni, il sergente Pablo Emilio Moncayo è stato liberato dai guerriglieri delle Farc, che in questo lungo periodo di tempo l’hanno tenuto prigioniero nella selva colombiana. (Dall’Ansa)

Dopo l’attentato ad opera delle Farc –quasi certamente– della scorsa settimana a Buenaventura, arriva una buona notizia, non certo inaspettata, per tutto il paese. Ma, oltre la comprensibile e gioiosa commozione, non mancano le polemiche e le ombre attorno questo significativo evento.