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Bolivia vs Cile. Evo Morales tuona: “I trattati non sono perpetui”

La Bolivia lo pretende da due secoli, il Cile, ma a volte anche il Perù, ha sempre detto no. Ci sono perfino state lunghe battaglie in passato, vedi la cosiddetta Guerra del Pacifico. L’oggetto del contendere è sempre quello: una striscia di terra chiamata corredor de Atacama, che permetterebbe al paese oggi governato da Evo Morales di raggiungere uno sbocco sull’oceano.

La questione – come dicevo antica – è tornata alla ribalta sui giornali boliviani, ma anche cileni, in questi ultimi due giorni. Il motivo?…

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Qui ed in ogni maledetta frontiera del mondo…

Quando cesserà? Quando non succederà più? Qui ed in ogni maledetta frontiera del mondo…

Il Post oggi segnala questa inchiesta del Guardian (Nato units left 61 African migrants to die of hunger and thirst). Colpisce l’indifferenza degli altri giornali. Non fa più notizia la vita dei migranti…

Oggi il Guardian racconta in esclusiva la storia di un barcone di migranti che la NATO avrebbe lasciato alla deriva nel Mediterraneo per 16 giorni rendendosi responsabile della morte di 63 persone. La storia è emersa da un’inchiesta condotta dal quotidiano britannico.

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ONU, finalmente affianco ai ribelli in Libia

Amo la pace e odio la guerra. Detesto quotidianamente chi usa la forza per ottenere qualcosa. Ma di fronte ad un popolo sopraffatto, che da giorni lotta per ritrovare i suoi diritti e la sua libertà, non posso che essere d’accordo col sostegno concreto che da stanotte daremo loro. L’ONU, l’insieme delle nazioni, affianco ai ribelli in Libia, contro il tiranno arrogante.

Per conquistare quegli stessi diritti e quelle stesse libertà che qualcuno un giorno conquisto per noi… Spargendo il proprio sangue, aizzando il proprio spirito, innalzando la propria anima.

Col passare dei giorni cominciavo a non crederci più, per questo, con ritrovato piacere, dico: finalmente!

Qui la risoluzione del Consiglio di sicurezza che con 10 favorevoli (Francia, USA, Libano, Colombia, Bosnia Erzegovina, Portogallo, Regno Unito, Nigeria, Sudafrica) e 5 astenuti (Russia, Cina, Brasile, India e Germania) ha approvato.

Collateral Murder, c’è poco da inventarsi un titolo diverso

È stato ripreso da un elicottero apache statunitense durante un’azione a Baghdad nel 2007. L’elicottero aveva sparato uccidendo 11 persone tra cui un fotografo e un autista della Reuters: i miltari avevano sostenuto allora che si fosse trattato di un combattimento contro “forze ostili”. Dal video non sembra: i responsabili della Reuters avevano chiesto che fosse reso pubblico il materiale girato dall’elicottero ma era stato loro negato. Il video è ora entrato in possesso di Wikileaks che lo ha appunto messo online. È abbastanza impressionante: nei ripetuti attacchi dell’elicottero vengono anche feriti due bambini. Per ora lo hanno segnalato solo la BBC e loHuffington Post, tra le grandi testate giornalistiche. (Anche Le MondeAl Jazeera: tra poco la daranno tutti). (Da Wittgenstein)

Oggi, ovviamente, un po’ tutte le più grandi testate giornalistiche ne hanno parlato, non potevano non farlo.

Queste immagini, che tanto ricordano quelle del film The Hurt Locker, sono un documento che dimostra quanto sia facile per molti militari uccidere qualcuno, quasi si trattasse di un video game e, infondo, la dinamica dell’attacco evidenza come quella del gioco sembra essere la migliore spiegazione, perché? Perché non c’è rischio. Si spara, infatti, contro indifesi ed inoffensivi civili e, addirittura, lo si fa dall’alto, dal robustissimo apache che non può certo essere abbattuto da una pietra o altro, che comunque non c’è stato. Si sale con le auto sopra i cadaveri, si spara sui soccorritori, si spara, si spara e c’è pure l’attesa snervante per poterlo fare. Un gioco perché si impreca e si ride, mancava solo la birra -non sappiamo se ci fosse- e la serata da sala giochi c’era tutta.

Io ho provato ad inventare un titolo, ma non  me ne veniva nessuno che non contenesse almeno un insulto di frustrazione contro gli assassini o meglio contro i giocatori.