Archivi tag: democrazia

In Paraguay, come in Italia, è Democrazia

Gli ingredienti per creare un nuovo caso politico alla “sudamericana” ci sono tutti. Un presidente di sinistra eletto democraticamente, destituito legalmente dal congresso di destra, l’opinione pubblica nazionale e internazionale divisa sulla questione, e lo scoppio di scontri in piazza.

Chi grida al colpo di Stato e chi considera il procedimento come necessario a difesa della democrazia. Né colpo di Stato, né nitida democrazia, come spesso accade, la verità sta in mezzo: salta un presidente promettente, ma fumoso, eletto grazie ad un pernicioso patto con parte dell’opposizione, che non gli ha mai dato i numeri per governare seriamente uno Stato, piccolo, ma in piena espansione economica e pieno di contraddizioni sociali da risolvere.

(Continua a leggere su Mi chiamo America latina)

Oggi io, immigrato, voto: il sogno della democrazia.

Ci siamo, oggi, a 25 anni, per la prima volta andrò a dare il mio contributo, a fare il mio dovere in quanto cittadino di sinistra italiano, cittadino perché abitante e residente di questa terra, anche se orgogliosamente di nazionalità colombiana.

So bene che si tratta semplicemente delle elezioni primarie e non certo di quelle politico-amministrative ma, certamente, avrò la possibilità di scegliere, democraticamente, il potenziale prossimo primo ministro della Repubblica, più precisamente, colui che oggi starà a capo dell’opposizione. Nonostante io sappia che, molto probabilmente, non potrò votare quando ci saranno le elezioni politiche, so che il mio contributo per la scelta del segretario del Partito Democratico è fondamentale proprio per il ruolo che il vincitore andrà ad occupare. Infatti, per il corretto funzionamento di ogni democrazia è necessaria una opposizione forte, quindi, il mio voto è fondamentale e lo diventa ancor di più quando alla guida del governo c’è un personaggio che cerca, in modi più o meno evidenti, di limitare la sovranità popolare di continuo.

La possibilità del voto a chi come me studia, paga le tasse, lavora, insomma vive nel territorio italiano è un segno che, lungi dall’essere antipatriota, rappresenta un importantissimo gesto di civiltà. Non capisco, per esempio, perché chi è di nazionalità italiana, ma vive dall’altra parte del mondo da decenni, possa votare per la scelta dei governanti di un paese col quale ha un rapporto non più da cittadino bensì, per quanto importante, soltanto affettivo; mentre, i numerosi immigrati regolari, che fanno parte delle scuole italiane, delle università italiane, delle fabbriche italiane, delle campagne italiane, delle città italiane, in definitiva del mondo italiano, non possano dare il loro voto per scegliere gli amministratori e i governanti della terra in cui vivono.

Ora, indiscutibilmente, la speranza sarebbe che questo non fosse un momento isolato ed unico, ma che spalancasse la via a tanti gesti di vera civiltà, perché credo fermamente che questa sia la chiave per ottenere un progresso reale, una garanzia dell’uguaglianza dei diritti civili, politici e sociali per tutti i cittadini, in altre parole “il sogno della democrazia”.

Continua a leggere