“Omicidio stradale”, soluzione che piace

“Nelle prossime settimane presenteremo un provvedimento per introdurre nel Codice penale l’omicidio stradale come nuova fattispecie di reato”. Così Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Il problema dell’involontarietà negli incidenti stradali – anche con la guida in stato di ebbrezza – è serio e sentito. Questa novità potrebbe fare da monito a quanti usano mettersi alla guida in stato di alterazione mentale, contribuendo a diminuire il numero d’incidenti.

“È l’unica ipotesi percorribile – prosegue Valducci – per uscire dall’attuale previsione del Codice Penale. Ora uno può ammazzare 2-3 persone e stare in galera 4-5 anni e magari neanche questi”. L’omicidio stradale si aggiungerebbe nel Codice Penale ai tre tipi di omicidio esistenti: volontario, preterintenzionale e colposo.

Una soluzione che incontra il pieno appoggio, oltre che dell’opinione pubblica in genere, anche dell’Associazione italiana familiari vittime della strada. “Finalmente – sostiene Giuseppa Cassaniti, presidente Aifvs – occorre chiamare con il nome esatto l’omicidio commesso sulla strada da chi guida ubriaco o drogato. Basta con la sottovalutazione di questi reati: chiamiamoli crimini e non più incidenti”.

Provvedimento doveroso e, se è possibile, reso ancor più urgente alla luce delle statistiche fornite dell’Istat: nelle strade italiane quotidianamente muoiono 13 persone e se ne feriscono 849 a causa degli incidenti stradali, 598. Medie semplicemente spaventose, di fronte alle quali ogni introduzione in materia di sicurezza e di responsabilizzazione del guidatore è benvenuta. Come il traguardo che l’Unione Europea si è prefissato per il 2020. Ovvero il dimezzamento della cifra dei morti dei feriti rispetto ai numeri da bollettino di guerra di oggi.

(Per il Quotidiano di Sicilia di oggi, pagina 5)

Lascia un commento